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Comunicare il coma: diritto di cronaca, privacy e deontologia

8 Ottobre 2005

Santa Cristina

Come dare un’immagine realistica di un fenomeno spesso trascurato dai media? Medici e operatori dell’informazione si confronteranno per approdare alla stesura di una nuova Carta che dia indicazioni sul modo corretto di parlare di coma e malattia.

In occasione della settima edizione della "Giornata nazionale dei Risvegli per la ricerca sul coma-Vale la pena" si parlerà anche del rapporto tra i giornalisti e l’informazione sul coma. Il convegno, rivolto in particolare a giornalisti, studenti e in generale agli operatori dell’informazione, nasce dall’esigenza da parte sia di chi fa informazione sia di chi opera a stretto contatto con i malati (medici, familiari, associazioni di volontariato) di mettere in comune le proprie competenze al fine di restituire un’immagine più realistica possibile riguardo un tema spesso trascurato dai media. Sabato 8 ottobre, a partire dalle ore 9 nell’Aula Magna di Santa Cristina (piazzetta Giorgio Morandi 2) si valuterà come utilizzare le indicazioni contenute in documenti come la Carta di Treviso, la Carta dei Doveri del giornalista, la legge sulla Privacy, il Codice deontologico della Privacy nell’esercizio della professione giornalistica e la Carta di Torino redatta nel 2001 da medici e giornalisti per la deontologia dell’informazione. Partendo da questo materiale si cercherà di approdare alla stesura di una nuova Carta che dia indicazioni in positivo, che non si limiti a censurare ma che fornisca i mezzi per parlare correttamente del coma e della malattia. Cominciando dalla definizione di termini usati spesso impropriamente come "coma" e "risveglio", come afferma Roberto Piperno, medico primario del reparto di Medicina fisica e riabilitazione dell’Azienda Usl di Bologna e direttore della "Casa dei Risvegli Luca De Nigris": "Un uso appropriato delle parole – dice Piperno - può aiutare a far chiarezza per le famiglie. La metafora del risveglio, invece, metafora molto forte e immediatamente percepibile, è anche estremamente rischiosa. Perché così il coma ce lo immaginiamo come quella condizione che esorcizza la morte e l’assimila al sonno, ma in realtà il coma non ha nulla a che fare con la morte né col sonno, e il risveglio è un lento riconnettersi e non ha niente a che vedere con lo switch, l’interruttore dormo/sono sveglio". Da queste considerazioni nasce l’idea di redigere un documento che impegni i giornalisti italiani a trattare in modo corretto il tema del coma, della malattia e, in generale, del dolore. Il  documento "Comunicare il coma", in questa fase, non può ancora definirsi come Carta deontologica vera e propria, ma parte dall’utilizzo degli stessi strumenti di una Carta per informare e indicare in positivo il modo più corretto per trattare il tema del coma. Il Convegno è realizzato dall’Associazione Amici di Luca in collaborazione con l’Università di Bologna (Laurea specialistica in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica) con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Associazione italiana rete Città Sane-Oms, Sistema Sanitario Regionale-Azienda Usl di Bologna.