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Memorie, diari, confessioni

dal 17 al 19 Ottobre 2005

Aula Prodi

La scrittura autobiografica dalla registrazione quotidiana alla sintesi retrospettiva.

"Le Confessioni di Sant’Agostino si possono considerare il modello di un genere o di un macrogenere letterario che mantiene la sua vitalità fino ai nostri giorni: di tutta quella letteratura insomma che si presenta (più o meno sinceramente secondo i casi) come racconto e testimonianza di verità sulla propria vita e sulle proprie esperienze. Lo si può ridurre sotto la comune etichetta dell’autobiografia, a patto di distinguere in esso almeno due categorie, fra di loro complementari: il diario (registrazione tendenzialmente immediata degli avvenimenti e delle esperienze, che possono avere o non avere un filo conduttore ben individuabile) e la memoria/confessione, che ripercorre retrospettivamente un lungo periodo di tempo selezionando e ordinando fatti ed esperienze e conferendo a essi un senso più o meno esplicito. Siamo dunque in un campo ben diverso da quello della finzione letteraria, anche se questa può avere spesso forti connotati autobiografici (dalla Recherche di Proust a un romanzo come Il male oscuro di Giuseppe Berto). Si tratta di una letteratura che confina, fino a sconfinarvi spesso e volentieri, con la storia, con l’analisi psicologica,  con la riflessione filosofica. Al convegno "Memorie, diari, confessioni", promosso dal Dipartimento di Lingue e letterature straniere moderne e coordinato da Andrea Fassò, parteciperanno dunque, a fianco di studiosi di letteratura, storici come Luigi Russo, Peter Kuon, Etienne Fouilloux e uno psicanalista come Carlo Vittorio Todesco. Da lunedì 17 a mercoledì 18 ottobre, nell'Aula Prodi di piazza San Giovanni in Monte 2, si parlerà di scrittori e poeti come Victor Hugo, Arthur Schnitzler, Samuel Coleridge, William e Dorothy Wordsworth, Czesław Miłosz ma anche di sant’Agostino (padre di ogni "confessione" autobiografica), di Giovanni XXIII e di Ernesto "Che" Guevara; di un abate medievale (Guibert de Nogent), di un ecclesiastico "illuminato" e afrancesado (Juan Antonio Llorente), di un generale e diplomatico come Raimondo Montecuccoli, di un filosofo mancato (ma scrittore e psicologo finissimo) come Henri-Frédéric Amiel, il cui immenso Journal intime  appare un oggetto privilegiato di studio per ogni psicanalista, e di persone sia illustri (Primo Levi, Henri Barbusse) sia oscure (gli autori di testimonianze scritte e orali sulle due guerre mondiali), oppresse e travolte dall’orrore della guerra e dei campi di concentramento. Saranno coinvolte nell’iniziativa anche le scuole e alcune associazioni culturali bolognesi ("La Bottega dell’Elefante", "Associazione Italo Calvino"), delle quali fanno parte molti insegnanti e che da anni sono punto di riferimento importante per gli studenti delle scuole medie superiori di Bologna. In particolare, segnaliamo che la mattina della seconda giornata vedrà anche la partecipazione di classi dell’ultimo anno dei licei. Si parlerà delle memorie dei campi di concentramento, di Primo Levi, dei "diari della motocicletta" di Che Guevara; seguirà un’ora di discussione con gli studenti.