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Il papiro di Dongo

15 Novembre 2005

Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio

Sulle tracce di un papiro conteso a metà tra due epoche: la fine del fascismo da una parte e il tormentato dopoguerra dall’altra.

Una passione intellettuale che si tramuta in cupo odio razziale. L’estromissione dal mondo accademico di una grande studiosa ebrea come Medea Norsa. La ferocia che può sprigionarsi da un testo. Sono questi gli ingredienti della storia raccontata da Il papiro di Dongo, il saggio di Luciano Canfora recentemente pubblicato da Adelphi. Testo che lo stesso autore, accompagnato da Gian Paolo Brizzi, Luciano Casali e Ivano Dionigi, presenterà martedì 15 ottobre alle 17.30 presso la biblioteca comunale dell’Archiginnasio (via Galvani 1). Il papiro di Dongo che dà il titolo al libro è un papiro greco di enorme rilievo, conteso sin dal momento della sua scoperta da parte del funzionario egiziano Evaristo Breccia. Nell’agosto del 1939, nel pieno della tormentata presenza italiana in Egitto, il prezioso testo fu alla fine reso noto sul quotidiano del Duce, grazie al colpo di teatro di Goffredo Coppola. Ma, nella guerra civile che si infiamma di lì a poco, se ne perdono le tracce e il suo ostinato detentore, fucilato a Dongo coi gerarchi in fuga, finisce a Piazzale Loreto. Il ritrovamento del papiro avverrà solo nel dopoguerra, dov’era ovvio aspettarselo. E’ l’inizio di una seconda vita: al centro di una vicenda in cui si ravvisano le ferite e le ipocrisie del postfascismo, le tortuosità e lo smarrimento dei grandi protagonisti dell’Università italiana.