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Mod'Art: abiti in omaggio al Settecento felliniano

4 Giugno 2005

Rimini - Nuova Darsena

L’iconografia e lo stile del Settecento, rielaborate alla luce delle tendenze più recenti della moda, sono le muse ispiratrici degli abiti disegnati dagli studenti di moda di Rimini.

Sabato 4 giugno presso la Nuova Darsena di Rimini gli studenti del secondo anno del Clam, corso di laurea in Culture e Tecniche del Costume e della Moda dell’Università di Bologna presenteranno nell’ambito della sfilata "Mod’Art", promossa dalla Confartigianato di Rimini un omaggio al Settecento. Verranno portati in passerella dieci modelli ideati e realizzati interamente dagli studenti che sperimenteranno il mestiere dello stilista, cimentandosi nel mondo vero della moda. I modelli saranno ispirati al Settecento Veneziano che il maestro Federico Fellini ha voluto rivisitare nel suo film oggi oggetto cult "Il Casanova di Federico Fellini". I giovani designers, partendo da una ricerca iconografica e storiografica del periodo, hanno rielaborato e attualizzato motivi e stilemi tipici dell’epoca proponendoli ai loro coetanei quale sfida alle nuove ed emergenti tendenze. Lo stimolo per cimentarsi in questa impresa è arrivato dal Prof. Pierlorenzi, docente di  "Design di Moda", che è riuscito a trasmettere passione ed entusiasmo ai suoi studenti, organizzandoli per gruppi di lavoro: quello degli stilisti e modellisti, quello della comunicazione con foto e video reporter, grafici e redattori, quello delle mannequins e quello degli assistenti back stage. I modelli che calcheranno il palcoscenico saranno provocanti e trasgressivi. La donna sarà riproposta disinibita, sexy, elegante e raffinata. Su di lei saranno adattati abiti maschili o si esalterà la sua libertà e intraprendenza,  negate nel ‘700 e perciò allora sublimate e rese simbolo attraverso capi e accessori talvolta persino esagerati. E l’uomo guarderà al futuro alla ricerca di nuovi modelli antropologici e sociali in cui la  sensualità e la bellezza che oggi sembrano celebrate in modo contraddittorio e non sempre comunicativo, possano  aver rinnovato impulso attraverso l’autoironia e l’eleganza  colta nel gioco e nel divertissement. Sarà un fugace ritorno al Settecento, non nostalgico ma futuribile.