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Laurea honoris causa al Maestro Rostropovich

9 Marzo 2006

Aula Magna di Santa Lucia

Dopo il Sigillum Magnum di due anni fa, l’Ateneo di Bologna conferisce la laurea ad honorem ad uno dei massimi violoncellisti del 900 e grandissimo direttore d’orchestra. E lo fa, giovedì 9 marzo, celebrando il suo impegno per la difesa dei diritti umani.

Le note del suo violoncello, che hanno eseguito Bach in un concerto fuori programma, sono rimaste uno dei momenti più suggestivi della caduta del muro di Berlino, così come le televisioni di tutto il mondo l’hanno consegnata alla storia. La sua carriera internazionale, dopo il debutto nel 1956 al Carnegie Hall di New York, lo ha portato a dirigere pressoché tutte le migliori orchestre del mondo e ad essere acclamato come "il più grande musicista vivente" (parola del London Times nel 2002). Il Maestro Mstislav Rostropovich torna a Bologna giovedì prossimo e la città gli tributa onori e riconoscimenti. Ad incominciare dall’Ateneo, dal quale riceverà la laurea honoris causa in Scienze Politiche. "Ha ricevuto, ad oggi, più di quaranta lauree ad honorem, la maggior parte in musica, ma se ne contano tre o quattro anche in altre discipline" – spiega Anna Stagni, Preside di Scienze Politiche. "Quello che la Facoltà di Scienze Politiche ha deciso di fare - prosegue la professoressa - è premiare l’uomo completo, la sua grande personalità e il suo impegno come difensore di diritti umani". Un impegno iniziato da lontano. Già negli anni Settanta infatti Rostropovich non tarda a dimostrarsi un infaticabile difensore della libertà di espressione artistica. Nel 1969 ospita nella sua dacia fuori Mosca lo scrittore dissidente Alexander Solzhenistyn e nel 1970 scrive una lettera aperta a Brezhnev protestando contro le restrizioni del regime alla libertà culturale. Da qui cade ufficialmente in disgrazia ed è vittima di ostracismo: i suoi concerti sono cancellati e su di lui cala il silenzio stampa. Rostropovich è costretto a espatriare. Solo dopo 16 anni di esilio riesce a fare ritorno in patria e gli viene restituita la cittadinanza, di cui era stato privato nel 1978. Dal 1991 si fa intenso il suo impegno in una serie di attività benefiche, in particolare a favore dei bambini della Federazione russa. Tra i principali risultati raggiunti dalla Fondazione che porta il suo nome suo e quello di sua moglie Galina Vishnevskaya, soprano del Bolshoi, la vaccinazione di massa di oltre 2 milioni di bambini. E ancora un impegno che dal 2004 lo ha portato ad essere testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Proprio la sezione bolognese dell’associazione organizzerà in serata un concerto in onore del maestro. Ad esibirsi saranno giovani talenti, Daniel Bron al violoncello, Mikhail Ovrutsky al violino e Alina Artemyeva al pianoforte. "La serata sarà ad inviti – spiega Francesco Tabacco – ma contiamo di realizzare un dvd da far apprezzare al pubblico". Il concerto seguirà la cerimonia di conferimento di un altro riconoscimento al Maestro, quello di Diploma di Accademico Filarmonico (con laudatio, consegnato dal professor Fabio Roversi Monaco in veste di presidente dell’Orchestra Mozart), che concluderà la sua giornata bolognese, dopo la laurea in Aula Magna (in via Castiglione) alle 17. Un riconoscimento, questa volta, all’inconfondibile violoncellista, che ha un sapore del tutto particolare in una città come la nostra. "Fu proprio a Bologna - spiega infatti Piero Mioli, Consigliere d’Arte dell’Accademia Filarmonica – che ebbe origine questo strumento, anche se non sono in molti a saperlo". Nel corso del Cinquecento infatti si erano diffuse viole da braccio e da gamba, ma furono bolognesi come Domenico Gabrielli e Giuseppe Maria Jacchini, tutti legati all’Accademia Filarmonica, i primi compositori per questo strumento.