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Indagare il rischio tecnologico: una sfida che non si può rimandare

11 Maggio 2006

Dip. di Comunicazione

Incontro con Giancarlo Sturloni, autore de "Le mele di Chernobyl sono buone" (ed. Sironi).

Dopo i casi di Chernobyl, Seveso, la mucca pazza fino ai più recenti dibattiti sull’uso degli OGM è ancora possibile l’utilizzo di tecnologie senza avviare delle riflessioni sui rischi che esse comportano? E’  possibile fare ciò senza coinvolgere la società e senza farla diventare parte attiva di un dialogo che porti a delle decisioni largamente condivise? A partire da questi interrogativi, Giancarlo Sturloni presenta il suo ultimo libro, edito da Sironi, Le mele di Chernobyl sono buone. Mezzo secolo di rischio tecnologico, giovedì 11 maggio alle 17.30 presso l’aula A del dipartimento di Discipline della Comunicazione, via Azzo Gardino 23, Bologna. In un dettagliato racconto degli eventi di rischio tecnologico che hanno segnato questi ultimi cinquant’anni, l’autore esamina il contesto in cui questi episodi hanno avuto origine. Evidenzia come, in una distribuzione non omogenea dei rischi e dei benefici e talvolta forti interessi di parte, la società si è trovata a subire le scelte di uso di tecnologie dall’impatto catastrofico e i media hanno avuto un ruolo preminente nella gestione delle informazioni. A partire dagli esempi del passato, Giancarlo Sturloni propone allora un cambiamento di rotta in cui la società presente deve guardare al dialogo aperto a tutte le parti che porti a una negoziazione collettiva delle scelte di progresso che si vogliono accogliere. All’incontro, moderato da Elisabetta Tola, giornalista e comunicatrice scientifica, interviene la sociologa Pina Lalli. L’evento è promosso dal Consorzio BIOPOP, UniboCultura e Sironi Editore.