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Presente e futuro delle terapie rigenerative in cardiologia

14 Giugno 2006

Istituto di Cardiologia

Biologi molecolari e chirurghi clinici assieme per fare il punto sulle ultime novità nel settore delle terapie rigenerative in cardiologia. Tra nuove frontiere e doverose cautele.

"Un incontro di biologi per i clinici". Così Angelo Branzi, Direttore dell’Unità Complessa di Cardiologia ed Ematologia del Policlinico Sant’Orsola, presenta "Molecular to Clinical Cardiology 2006", il convegno dedicato alle cellule staminali e al loro utilizzo nelle terapie rigenerative dei tessuti cardiovascolari. "Credo – prosegue il docente – che si stia vivendo in una fase nella quale è giusto parlare di questi temi, ponendo l’accento sulla cautela per evitare fughe in avanti e e per allontanare certezze che non esistono". Il convegno, che si terrà al Padiglione 21 del Sant’Orsola mercoledì 14 giugno, si concentrerà dunque soprattutto sulla ricerca di base. "Si parlerà di cellule staminali come strumento di riparazione dei tessuti cardiaci che hanno subito un danno infartuale", spiega Carlo Ventura, direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare presso l'Istituto di Cardiologia dell'Ospedale S.Orsola-Malpighi. "Due in particolare le questioni che saranno affrontate – continua il ricercatore-: i meccanismi molecolari che portano alla formazione delle cellule cardiache e le molecole che possono essere utilizzate per potenziare la cardiogenesi, un processo che naturalmente equivale solo allo 0,5% dell’intera embriogenesi". Proprio su quest’ultimo fronte il laboratorio del prof. Ventura è all’avanguardia, dopo la messa a punto di molecole di sintesi per il potenziamento della cardiogenesi, che hanno già superato positivamente tutti i test finora condotti. Queste molecole sono state presentate per la prima volta nel 2004 in un articolo pubblicato dal Journal of Biological Chemistry e attualmente sono in fase di completamento le sperimentazioni su modelli murini. Se i risultati continueranno a essere confortanti, presto partirà lo studio pre-clinico su animali di grossa taglia e tra due anni si dovrebbe arrivare all’uomo. Il convegno coordinato da Branzi e Ventura arriva poco dopo le dichiarazioni del Ministro per la ricerca Fabio Mussi, che ha annunciato una liberalizzazione della ricerca sulle staminali embrionali in Italia. "La notizia – commenta Ventura – non ha un rilievo scientifico forte. Le ragioni sono almeno due. La prima è tecnica: quasi la totalità delle sperimentazioni nel settore usufruiscono di cellule staminali adulte. E la seconda ragione è finanziaria: il VII Programma quadro dell’Unione Europea, che ha stanziato per la ricerca biologica 54 milioni di euro in quattro anni, non ha introdotto alcuna discriminante tra le ricerche condotte su cellule staminali adulte e quelle realizzate con cellule staminali embrionali". "Il problema vero è un altro", conclude Ventura. "Al di là delle scelte comunitarie e nazionali, le terapie rigenerative richiedono grandi sinergie che possono essere realizzate solo a livello regionale: occorre perciò aggregare le eccellenze e creare con esse poli che possano integrarsi alle ricerche internazionali".