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Laurea ad honorem per Mundell, teorico delle aree monetarie ottimali

2 Settembre 2006

Complesso Leon Battista Alberti - Rimini

Robert Alexander Mundell, premio Nobel per l’economia nel ’99, riceverà la laurea ad honorem in Economia e politica dei mercati.

"Per la sua analisi delle politiche monetarie e fiscali sotto diversi regimi del tasso di cambio e per la sua analisi delle aree valutarie ottimali". Fu questa la formula che recitarono a Stoccolma nel 1999 conferendo il premio Nobel per l’economia a Robert Alexander Mundell, l’economista di origine canadese a cui la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna – sede di Rimini conferisce ora la laurea ad honorem in Economia e politica dei mercati. Il riconoscimento accademico gli sarà attribuito sabato 2 settembre 2006 presso il complesso Leon Battista Alberti di Rimini, alla presenza del Rettore, Pier Ugo Calzolari, e del Preside di Economia, Guido Candela. Mundell, nato a Kingston in Ontario nel 1932, si laurea alla Brtish Columbia e perfeziona poi la sua formazione all’Università di Washington, alla London School of Economics e al Mit. Trascorre successivamente lunghi periodi all’estero – due dei quali all’Alma Mater - mantenendo uno stretto legame sia con i circoli accademici sia con gli organi politici internazionali di cui diventa consulente. La sua fama, suffragata da oltre cento pubblicazioni scientifiche, è legata in particolar modo all’analisi della politica economica in un contesto di economia aperta. E’ in questo campo che egli coopera alla definizione del modello Mundell-Fleming, formalizzato nel 1960, premiato con il Nobel nel ’99 e tutt’ora impresso in tutti i manuali di macroeconomia. Robert Alexander Mundel supera però i confini dell’economia internazionale e, proprio riflettendo sui vincoli imposti dall’esterno, inizia a teorizzare l’idea delle aree monetarie ottimali, ovvero delle aree in cui convergono paesi diversi rinunciando alla loro sovranità monetaria. Palese dunque il suo legame con l’Unione Monetaria Europea, alla cui nascita partecipò come membro del gruppo dei nove che nel 1973 presentò il rapporto sulle prospettive di unione economica e monetaria.