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A Cronobie la colonizzazione a larga banda

9 Novembre 2006

Corte de' Galluzzi 6

Tecnologie dell’informazione, sicurezza o schiavitù? A discuterne, coordinati da Elisabetta Tola, Bruno Riccò e Roberto Grandi. L’incontro, trasmesso anche in streaming, sarà arricchito da  un collegamento in video conferenza col Teatro virtuale del Cineca.

I moderni sistemi di telecomunicazione consentono una diffusione rapida e capillare delle idee. La tecnologia rende intelligenti gli ambienti e moltiplica le occasioni di scambio. Ma dall’apertura democratica potenzialmente illimitata nasce la necessità di discernere e governare l’overdose di informazione. E questo favorisce inevitabilmente i sistemi culturali più forti che finiscono per prestare il fianco ad una nuova e pervasiva colonizzazione culturale del mondo. "C'è, in primo luogo, la tecnologia, sempre più sofisticata ed ergonomica che scompare dentro gli oggetti e fa sì che noi riusciamo a comunicare con essi proprio come facciamo con le persone. E ancora le reti a banda larga che estendono all’infinito i legami e lo scambio di dati e di testi". Il professor Bruno Riccò, docente del Dipartimento di Elettronica informatica e sistemistica, analizza per prima cosa lo scenario. I sistemi elettronici, sempre più integrati, consentono una gestione ottimizzata delle risorse (basti pensare alla sicurezza delle case, al supporto ai disabili, o ancora per la gestione degli impianti industriali o dell’elettronica delle automobili...). Contemporaneamente, la disponibilità di reti potenti per lo scambio di informazioni, la "banda larga"appunto, moltiplica sia la quantità dei contenuti erogabili, sia le modalità di fruizione dei contenuti stessi (video a alta definizione, conferenze multiple, interattività...). Uno scenario futuro quello descritto? Niente affatto. Lo si può toccare già con mano. Come? I contenuti stessi dell’incontro si faranno metacomunicativi. Il meccanismo sarà svelato e l’attenzione dal contenuto si sposterà sul mezzo. Il dialogo dei relatori, infatti, verrà trasmesso in streaming video su Internet all'indirizzo: http://www.cronobie.it/streaming.htm   Non solo. I relatori passeranno la parola ad altri relatori che dal Cineca dialogheranno in videoconferenza. Dal Teatro virtuale del Cineca, appunto, Antonella Guidazzoli aprirà un link sulle applicazioni rese possibili in un ambiente di grafica immersiva e racconterà al pubblico di Cronobie il progetto NUME del Dipartimento di discipline storiche dell’Università. La computer grafica rende possibile realizzare scenari navigabili che aiutano a capire meglio i dati scientifici: quelli ad esempio provenienti da sensori di tipo medico come le Tac, i risultati di simulazioni come l'evoluzione delle galassie o lo studio delle molecole, o come in questo caso l’archeologia. Nel corso del collegamento in videoconferenza si vedrà la ricostruzione virtuale di via Rizzoli come si presenta oggi e sarà possibile andare indietro nel tempo e vedere come era la città nel Duecento o nell’Ottocento. Non un film, ma un'applicazione interattiva guidata da un computer in cui è possibile muoversi tra le immagini ricostruite grazie al lavoro di storici e di informatici. (http://www.storiaeinformatica.it/nume/italiano/ntitolo.html) Come in tutti i nuovi scenari però alle opportunità si affiancano le minacce, i timori. "Questo eccesso di informazione – prosegue nella sua anticipazione  Riccò- genera una specie di rumore". L’ "apertura democratica" alla creazione e alla pubblicazione dei contenuti, accessibili liberamente dal pubblico, potrà dar luogo ad un eccesso di informazioni disponibili. L’utente, che già oggi in Internet si è trovato a dover sviluppare nuove competenze per selezionare le fonti autorevoli cui dare credito, sarà sempre più sommerso da dati e informazioni. Un "Iper- internet" dunque dove tutti possono dialogare con tutti (in modo individuale e collettivo), nonché riversare e/o prelevare contenuti. Troppe informazioni rischiano di diventare nessuna informazione: dal rumore "indistinto" è possibile che  soltanto poche sorgenti riescano ad acquisire e a mantenere l’autorevolezza,  (specie per quanto riguarda la scienza e la cultura) ed essere quindi "accreditate", grazie alla propria reputazione, oppure grazie alla disponibilità di competenze e mezzi. Sarà proprio sugli effetti sociali delle nuove tecnologie e sulle possibili conseguenze sulla nostra vita (dalla privacy all’e-democracy) che il testimone passerà a Roberto Grandi, mass mediologo che da anni si occupa, tra l’altro di analizzare i cambiamenti del panorama mediatico. Perché, anche se raramente ci si riflette sopra, spesso capita che il medium sia il messaggio, come sosteneva McLuhan.