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Il terzo settore in Italia

20 Novembre 2006

Aula Poeti

Un convegno fa il punto su una ricerca nazionale coordinata da Pier Paolo Donati che ha coinvolto sette atenei nello studio del capitale sociale e del terzo settore.

In concomitanza con la pubblicazione dei risultati della ricerca nazionale cofinanziata dal Miur "Terzo settore e valorizzazione del capitale sociale in Italia", si tiene a Bologna il convegno nazionale dedicato alle prospettive sociologiche del capitale sociale. Il seminario, che unirà una sessione teorica a una sessione rivolta alle problematiche della famiglia e della scuola, sarà ospitato nell’Aula dei Poeti della Facoltà di Scienze Politiche (Strada Maggiore 45) lunedì 20 novembre 2006 a partire dalle ore 10. Il Convegno intende proporre alla discussione una nuova concettualizzazione di capitale sociale elaborata in chiave relazionale nelle sue plurime dimensioni teorico-analitiche, e di presentare i primi risultati di ricerche empiriche che hanno utilizzato questo approccio. In particolare la finalità è di riflettere sulla capacità del Terzo settore italiano di generare capitale sociale attraverso i suoi servizi e di verificare la differenza con quello generato dai servizi gestiti dagli attori dello Stato e del mercato. Come anticipato in apertura, il convegno bolognese patrocinato dal Dottorato in sociologia dell’Università di Bologna e dall’Associazione italiana di sociologia, sarà anche la prima occasione per riflettere sui risultati dell’indagine nazionale sul terzo settore che ha coinvolto sette atenei: Milano Cattolica, Trento, Verona, Padova, Bologna, Molise, Palermo. L’indagine, coordinata da Pier Paolo Donati dell’Università di Bologna, ha prodotto due pubblicazioni entrambe edite da Franco Angeli:L P. Donati, I. Colozzi (a cura di), Terzo settore e valorizzazione del capitale sociale in Italia: luoghi e attori, e, per quanto riguarda i dettagli su Bologna, P. Donati, I. Colozzi (a cura di), Capitale sociale delle famiglie e processi di socializzazione: un confronto fra scuole statali e di privato sociale. L’obiettivo generale della ricerca è stato quello di verificare l’ipotesi che il Terzo Settore sia capace di valorizzare e rafforzare il capitale sociale più di quanto non facciano le organizzazioni statali e quelle mercantili. I risultati confermano questa ipotesi generale e la specificano con riferimento ad una serie di ambiti specifici: le scuole pubbliche e private a Bologna, il sistema educativo nel Veneto, i collegi universitari, l’esperienza del movimento dei CAT in Italia, l’associazionismo di quartiere (nella realtà veronese), il volontariato in Romagna, le organizzazioni multi-livello che operano nel campo del non profit, la comunicazione nel Terzo settore. Viene evidenziato come i diversi ambiti e attori sociali  creino o alimentino forme differenziate di capitale sociale (familiare, comunitario, generalizzato o civico). In particolare, viene messo in luce come le sfere di Terzo settore producano e combinino fra loro il capitale sociale di tipo bonding e quello di tipo bridging. L’analisi fornisce una nuova comprensione e spiegazione di come i diversi contesti sociali e territoriali siano capaci (o meno) di utilizzare il capitale sociale in modo da alimentare la produzione di quei beni relazionali che favoriscono la coesione del tessuto sociale, contrastando le tendenze verso la frammentazione, l’anomia e la disgregazione. Al libro è allegato un CD Rom che contiene le informazioni tecniche relative alle ricerche condotte dalle singole unità (campioni intervistati, schede di rilevazione, questionari, dati statistici più analitici). Nel complesso, il volume offre una nuova lettura del Terzo settore come generatore e utilizzatore di capitale sociale.