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La "nuova" e la "vecchia" filosofia della scienza

30 Novembre 2006

Facoltà di Ingegneria

Maria Carla Galavotti analizzerà alcune tendenze della letteratura filosofica recente per descrivere l’evoluzione dell’empirismo nella filosofia della scienza.

Lo sviluppo della cultura scientifica agli inizi del secolo scorso e il ruolo degli scienziati nello sviluppo della cultura moderna sono i temi toccati dalle conferenze di facoltà promosse dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna. Ospite del ciclo di incontri, giovedì 30 novembre (ore 17) nell’Aula 1-2 di viale Risorgimento 2, sarà la filosofa Maria Carla Galavotti. Il suo intervento, intitolato "La filosofia della scienza: vecchia e nuova", si concentrerà sul passaggio dall’empirismo logico al più recente empirismo di stampo costruttivistico. La filosofia della scienza, nell’accezione che le diamo oggi, è nata con il movimento noto come "empirismo logico", cui diedero vita, nei primi decenni del secolo scorso, i pensatori afferenti ai Circoli di Vienna e Berlino, affiancati da altri, operanti in varie sedi fra cui Praga e Varsavia. L’empirismo logico si poneva il compito di analizzare la conoscenza scientifica con strumenti logici. Scopo della filosofia doveva essere la "ricostruzione razionale" del sapere scientifico, volta a esibire la struttura logica tanto delle teorie scientifiche quanto dei processi inferenziali. La ricostruzione razionale si limitava ad analizzare gli aspetti sintattico-semantici del linguaggio scientifico, ignorandone gli aspetti pragmatici. Alla base di tale orientamento stava la distinzione fra "contesto della scoperta", giudicato di pertinenza degli scienziati, e "contesto della giustificazione", oggetto della filosofia della scienza. A partire dall’inizio degli anni ‘60 questo modo d’intendere la filosofia della scienza fu messo in crisi dall’opera di autori quali Thomas Kuhn a Paul Feyerabend, iniziatori di quello che è stato battezzato il "post-positivismo", caratterizzato dall’apertura dell’analisi epistemologica agli aspetti storici e sociologici della scienza. Accanto a questa corrente, entro l’epistemologia contemporanea si sono formate altre tendenze, come l’"empirismo costruttivo" di Bas van Fraassen e l’"empirismo probabilistico" di Patrick Suppes. Con l’opera di questi autori, e di molti altri ancora, la filosofia della scienza ha ampliato il proprio campo d’indagine fino ad abbracciare gli aspetti pragmatici del sapere scientifico, facendo del "contesto della scoperta" un oggetto di analisi altrettanto degno di attenzione del "contesto della giustificazione". Gli aspetti legati alla sperimentazione scientifica - ivi inclusi la misurazione, la randomizzazione e le metodologie per la raccolta dei dati - relegati a lungo nell’ambito del "contesto della scoperta", sono così divenuti oggetto dell’analisi epistemologica a pieno titolo. Ciò ha segnato un progressivo spostamento d’interesse verso le metodologie statistiche e gli aspetti probabilistici della scienza, una maggiore accentuazione del ruolo dei modelli, e una più attenta considerazione degli aspetti contestuali del sapere scientifico.

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