Il servizio che permette di segnalare a UniboMagazine e alla Newsletter UniboCultura le iniziative culturali organizzate dall'Università di Bologna.
dal 5 al 7 Dicembre 2006
Palazzo Saraceni
Sulla scia dei contributi dedicati nell’arco degli ultimi decenni alla situazione artistica bolognese del tardo XVI secolo il Convegno internazionale di studi Domenico e Pellegrino Tibaldi. Architettura e Arte a Bologna nel Secondo Cinquecento intende colmare le lacune della storiografia sulla cultura più specificamente architettonica dell’epoca. Organizzato a Bologna da martedì 5 a giovedì 7 dicembre a Palazzo Saraceni (via Farini 15) dal Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale e dal Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna in collaborazione con importanti strutture nazionali e straniere (Dipartimento di Storia dell’Architettura dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e Department of Art della Tulane University di New Orleans, con il patrocinio della Facoltà di Architettura "Aldo Rossi" dell’Università di Bologna, sede di Cesena) e il contributo anche della Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, l’incontro, curato da un comitato scientifico composto da Francesco Ceccarelli, Vera Fortunati, Deanna Lenzi, Francesco Repishti, Richard Schofield, Roberto Terra e Richard Tuttle, affronterà i molti aspetti e problemi ancora da chiarire in merito a questo particolare momento storico della città, che fu caratterizzato da una notevole intraprendenza edilizia e dall’attività di importanti architetti ancora poco studiati. Fulcro e filo conduttore delle tre giornate di studio sono le vicende emblematiche dei fratelli Domenico e Pellegrino Tibaldi. Architetto ed incisore, il primo e più giovane rimase legato ad un contesto sostanzialmente cittadino operando fra l’altro la ristrutturazione della cattedrale bolognese voluta da Gabriele Paleotti; il secondo invece, attivo come pittore e architetto fra Bologna, Roma, Milano e la Spagna divenne il progettista di fiducia di Carlo Borromeo svolgendo a sua volta un ruolo di rilievo nella messa a punto di alcuni aspetti dell’architettura della Controriforma. Accanto alle più note personalità di formazione indigena quali Serlio, Vignola e Primaticcio e a progettisti di chiara fama come Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano, Galeazzo Alessi e Andrea Palladio - frequentatori occasionali di Bologna ma autori di importanti idee per alcuni dei suoi edifici -, da Bartolomeo Triachini ad Antonio e Francesco Terribilia fino al siciliano Tommaso Laureti e ad Ottaviano Mascarino furono infatti numerosi i professionisti coinvolti nei cantieri cittadini. Forti di competenze talora altamente specialistiche (ad esempio nel campo dell’ingegneria idraulica e dell’architettura militare) essi offrirono il loro contributo nella definizione di tipologie costruttive civili e religiose del contesto urbano ed extraurbano cimentandosi inoltre con profitto in altri ambiti della produzione artistica. Anche per questo motivo il convegno, che si avvarrà dell’apporto di specialisti di rilievo internazionale, sarà contraddistinto da un taglio interdisciplinare teso alla promozione dell’analisi dei rapporti intercorrenti fra arti figurative e architettura.