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Christus, ritorna il capolavoro del cinema muto su Gesù

12 Dicembre 2006

Basilica di SS. Bartolomeo e Gaetano

Con il commento musicale di Alessandro scarlatti sarà proiettatala pellicola di Giulio Antanamoro sulla vita di Gesù, nella parte dedicata al mistero della passione.

Dopo le serate evento con Giorgio Albertazzi e Valentina Cortese, il Centro della Voce in collaborazione con la Cinetaca di Bologna – L’Immagine Ritrovata, presenta al pubblico un raro gioiello del cinema muto italiano, ossia il Christus di Giulio Antamoro, proseguendo così nell’impegno a sostegno di progetti dedicati al rapporto tra cultura e religione. Il pubblico potrà ammirare questo capolavoro martedì 12 dicembre alle 21.00 in un contesto veramente insolito per la proiezione di un film, ovvero la Basilica di SS. Bartolomeo e Gaetano (Strada Maggiore, 4). Dei tre misteri in cui è diviso il film, per l’occasione verrà proiettato il ‘terzo’, quello dedicato alla Passione, con il commento musicale della "Passio Nostri Jesu Christi Secundum Ioannem" di Alessandro Scarlatti, un autentico capolavoro della musica sacra italiana, eseguita dalla Schola Romana Ensemble che si esibirà a Bologna per la prima volta, e sarà diretta dal M° Stefano Sabene. Il Christus fu realizzato nel 1916, prodotto dalla Cines di Roma e interpretato da un cast di attori famosi all’epoca. Narra la vita di Gesù di Nazareth, dalla nascita a Betlemme alla morte sul calvario a Gerusalemme ed è il primo lungometraggio di argomento religioso del cinema italiano. Tornando alla pellicola bisogna sottolineare che il Christus è il primo film al mondo che racconta interamente la vita del Salvatore e lo fa con 2279 metri di pellicola. Tratto dal poema iconografico di Fausto Salvatori, allievo di Gabriele D'Annunzio, appositamente scritto per questo lavoro su pressione del regista, il Conte Giulio Antamoro - tra i più famosi direttori del periodo - e diviso in tre atti (Misteri): Annunciazione e Natività, Vita e Opere, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. Usa la tecnica dell'immagine ricavata dalla tradizione artistica rinascimentale; quindi molte inquadrature prendono spunto da quadri di Leonardo, Michelangelo, Mantenga, Raffaello e altri; tra queste, notevole espressione è dettata dalle sequenze del Cenacolo e della Pietà. Questo film è dunque un pezzo di storia che riguarda il primo cinema italiano nel momento del suo massimo splendore. Dai costi altissimi e filmato interamente in Egitto - primo singolare evento di un film italiano non girato in patria - con almeno 2000 comparse, grandi movimenti di massa, ottime ricostruzioni sceniche (di Giulio Lombardozzi che nel 1946 curerà i set di Sciuscià di De Sica) e primordiali effetti speciali, che all'epoca entusiasmarono un pubblico abituato a ben altro.