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L’usignolo, la rosa e la poesia armena

16 Marzo 2006

Bologna, Sala del Consiglio Provinciale

Cinema, poesia e spettacolo: a Bologna, un incontro dedicato al trovatore armeno Sayat-Nova.

Cinema, poesia e musica sono i tre momenti che scandiscono la manifestazione che avrà luogo giovedì 16 marzo nella Sala del Consiglio della Provincia di Bologna, e che sarà dedicata ad una delle figure più celebri della letteratura armena, il trovatore Sayat-Nova (1712-1795). "Re del canto e della musica", come è stato definito, Sayat-Nova fu cantore di corte presso il re georgiano Erakli II, fino a quando, per oscuri motivi – forse per essersi innamorato della sorella del re, Anna – dovette abbandonare il fastoso e raffinato ambiente di palazzo per ritirarsi a vita monastica nel convento di Haghbat. Scrisse canti non solo in armeno, ma anche in georgiano e in turco-azeri: questa sua vocazione poetica trilingue, priva di accenti nazionalistici, lo fece assurgere a simbolo di fratellanza tra i popoli del Caucaso, ruolo che i conflitti esistenti in quella regione caricano ancora di un significato attuale. A Sayat-Nova e alla sua tormentata vita di artista – nella quale rispecchiava la propria esperienza personale – il regista Sergej Paradjanov ha dedicato uno dei capolavori indiscussi del cinema sovietico dissidente degli anni ’60 ("Sayat-Nova", 1969). Originalissimo per temi e potenza delle immagini, ricco di oggetti e di simboli riferiti alla cultura e alla tradizione armena, il film sarà proiettato nella prima parte dell’incontro. Ad esso seguiranno, nel programma della manifestazione, due brevi saggi dell’attività artistica, di poeta, musico e cantore, di Sayat-Nova: con la lettura, in italiano, di sue poesie d’amore, e l’esecuzione di alcuni suoi canti (vedi programma allegato). I temi dei versi di Sayat Nova attingono a motivi antichi – come quello dell’usignolo, e del suo canto d’amore rivolto alla rosa – diffusi nella tradizione lirica orientale, e in particolare persiana. L’amore è ora contemplazione estatica della bellezza dell'amata, ora potenza straordinaria e sconvolgente, che ferisce e rende folli.

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