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20 Aprile 2007
Aula Magna Santa Lucia
"Se i sogni sono molto grandi, ci vuole molto tempo per realizzarli". Ma, verrebbe da dire, anche ciò che risulta talmente bello e complicato da sembrare un sogno finisce per realizzarsi se ci si confronta con una miscela fatta di passione, coraggio e amore per il prossimo. Due vite quelle di Patch Adams e Miloud Ouikili spese per prendersi cura dell’altro con tutti i mezzi disponibili, cercando di rendere la vita del prossimo sempre più felice. Due straordinarie esperienze di pedagogia a cui la Facoltà di Scienze della Formazione, su proposta della prof.ssa Alessandra Farneti, ha deciso di dare un riconoscimento: la laurea honoris causa. La cerimonia avrà luogo venerdì 20 aprile, alle ore 17, presso l'Aula Magna di Santa Lucia (Via Castiglione, 36). Hunter Patch Adams, il celebre medico clown, nasce nel 1945 a Washington D.C. Ha un’infanzia difficile segnata dalla morte del padre, da un complicato inserimento a scuola (è troppo esuberante e si impone come il contestatore e il "pagliaccio" della classe). Lo zio che Adams ha imparato a considerare un "surrogato paterno" si toglie la vita e lui stesso tenta il gesto disperato prima di essere ricoverato in un ospedale psichiatrico. E’ proprio dal contatto con la malattia e l’emarginazione che Adams trae l’ispirazione della propria vita. I pazienti non sono visti come persone ma come "malattie". Incomincia a studiare medicina e a frequentare i reparti seguendo le visite mediche. Immediatamente scopre il piacere di interagire con i pazienti …"Ero libero – scrive - di parlare ai pazienti, piangere con loro, massaggiarli, confortarli, scherzare e infondere un po’ di vivacità nelle loro vite"… Nel 1971 conclude gli studi, laureandosi in medicina con specializzazione in pediatria. A contatto con i poveri che non si possono permettere le cure mediche ufficiali, Patch comincia ad accarezzare il sogno di costruire una clinica in cui la gente possa essere curata gratuitamente e i medici non si facciano pagare. E’questo il sogno, che ora sta divenendo realtà, della Gesundheit Clinic. Per realizzarlo Patch, sua moglie Linda, suo fratello Wildman, e altri amici e collaboratori, hanno fatto spettacoli, conferenze, lavorato come medici, girato il mondo per ottenere fondi. L’umorismo gioca un ruolo fondamentale nella filosofia di Patch Adams. Egli pensa che solo sviluppando un sano umorismo sia possibile convivere in modo positivo, in qualsiasi situazione relazionale. Ma non è solo l’umorismo a contribuire al benessere delle persone: la meraviglia, la curiosità, l’amore per la natura e le arti, la disponibilità al confronto con chi è diverso da noi, un prepotente ideale di pace e un forte spirito antimilitarista, sono gli ingredienti della medicina di Patch. Miloud Ouikili invece nasce ad Algeri nel 1972, da padre algerino musulmano e madre francese, cattolica. Questo gli consente di sperimentare molto precocemente le difficoltà e i vantaggi dell’incontro fra culture diverse. Trasferitosi a Parigi molto piccolo, vive, fino all’adolescenza, nella periferia parigina dove conosce la vita dei ragazzi di strada pur non condividendola. A diciassette anni ottiene successo come foto-modello, ma il suo sogno è fare il clown. Miloud si forma nell’arte teatrale e diviene clown, spinto da una grande passione. Nel 1992, a soli vent’anni, si reca a Bucarest per fare uno spettacolo per le strade. Si accorge che molti dei bambini, che lo avvicinano curiosi, vivono nelle fogne. Abbandonati dalle famiglie, fuggiti da orfanotrofi disumani, hanno trovato rifugio nei cunicoli in cui passano i tubi del riscaldamento della città. Vivono di stenti, di furti, di prostituzione e di spaccio. Sono più di duemila, dai cinque ai sedici anni. Sniffano colla per non sentire la fame e la sofferenza, si sono trasformati in piccole belve violente e prive di qualsiasi norma morale. Subiscono e perpetrano violenze reciproche: vi sono bambini nati nelle fogne da ragazzine di fogna violentate dai compagni. Da quel momento la vita di Miloud è stata quasi interamente spesa per aiutare i bambini di strada a ritrovare un’identità positiva e una dignità. Lo ha fatto con grande umiltà, accettando di condividere con loro povertà, freddo, miseria. Si tratta di una strana forma di adozione, che potremmo definire reciproca. L’originalità della "pedagogia" di questo straordinario clown sta nel modo in cui ha operato: egli infatti si può definire un vero educatore, nel senso etimologico del termine, in quanto ha cercato di tirar fuori tutto ciò che di buono poteva esserci nei ragazzi, proponendo solo lo strumento del clowning a chi era interessato ad imparare.