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1 Dicembre 2007
Bolzano e Bologna
Se per fare la guerra si usano le armi, cosa serve per fare la pace? Potrebbe essere questa la domanda di fondo della conferenza che si terrà l’1 dicembre nell’Aula 1 della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, dalle 9.30 alle 13.00. Una domanda tanto più attuale dopo i tragici fatti di questi giorni in Afghanistan. E nel seminario si ragionerà proprio a partire dalle esperienze concrete già esistenti di interventi civili disarmati in luoghi di guerra, per capire ruolo e compiti che potrebbe avere un apposito corpo di professionisti e volontari nel "costruire la pace". L’incontro giunge a conclusione di un seminario di due giorni organizzato a Bolzano dalla Facoltà di Scienze della Formazione, assieme alla Provincia Autonoma di Bolzano, per approfondire esigenze e sfide di questa nuova professionalità. Significativo sarà il saluto scritto che invierà il Ministro della Difesa Arturo Parisi, a testimoniare l’interesse verso la nuova figura dell’operatore civile di pace da parte anche delle Forze Armate. Pacifisti e militari s’incontrano dunque, e l’Università diventa il luogo della discussione e dell’approfondimento anche tra punti di vista differenti. Le relazioni principali saranno tenute dai professori Antonio Papisca dell’Università di Padova e Alberto L’Abate dell’IPRI – Rete Corpi civili di pace. Apriranno i lavori il Rettore Pier Ugo Calzolari, il Preside della Facoltà Luigi Guerra, l’Assessore all’istruzione, formazione e lavoro della Provincia di Bologna Paolo Rebaudengo, e la Vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano Luisa Gnecchi. Invierà un saluto anche Luisa Morgantini, Vicepresidente del Parlamento Europeo, mentre le conclusioni saranno affidate all’onorevole Vittorio Prodi. Le Giornate si svolgono nell’ambito del Master FSE per Mediatori dei conflitti / Operatori di pace internazionali, corso unico nel suo genere organizzato per il quarto anno dalla Facoltà di Scienze della Formazione e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Vedranno la collaborazione della Rete Ipri-CCP e della Fondazione Alexander Langer.