La notizia è di poche settimane fa: presto aprirà anche in Italia una struttura Grameen, l'istituto di credito specializzato in microfinanza fondato in Bangladesh nel 1976 dal Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus. Ad annunciarlo, lo stesso Yunus, da Milano, in occasione della sua ultima visita nel nostro paese.
In mesi in cui i sistemi finanziario, economico e bancario tradizionale sembrano mostrare tutte le loro contraddizioni e fragilità, il meccanismo virtuoso del microcredito non dà segni di crisi e punta anzi ad espandersi verso occidente. Nel 2007 la Grameen Bank è sbarcata con grande successo a New York. Ora tocca all'Italia, grazie a una partnership tra Grameen Trust, Unicredit e Fondazione Unidea. E insieme all'Università di Bologna, che già da tempo si occupa di microfinanza e proprio in queste settimane sta ultimando lo studio di fattibilità per l'apertura della nuova struttura.
"Lo studio è quasi concluso: mancano solo alcuni dettagli tecnici". A parlare è la professoressa Luisa Brunori, docente al Dipartimento di Psicologia e fondatrice dell'Osservatorio Internazionale per la Microfinanza (MIO) che opera all'Alma Mater all'interno del CIRIG - Centro Interdipartimentale per la Ricerca e l'Intervento sui Gruppi. "Lo studio - continua la prof.ssa Brunori - è stato realizzato per conoscere lo stato del fenomeno povertà nel nostro territorio, per individuare i bisogni e le risorse umane disponibili. L'esito, nell'ottica di un'apertura al sistema del microcredito, è assolutamente incoraggiante". E per quanto riguarda il luogo nel quale aprirà Grameen Italia la prof.ssa Brunori fa notare che poiché "lo studio di fattibilità è stato realizzato sui territori di Bologna e Modena, è presumibile che questo sarà anche il territorio in cui Grameen Italia comincerà a operare".
La sintonia tra Muhammad Yunus e l'Università di Bologna prosegue ormai da diversi anni, alimentata da un interesse e un entusiasmo che non è mai mancato fin dalle primissime occasioni. "La prima volta che Yunus venne a Bologna, nel 2002 - ricorda Luisa Brunori - doveva partecipare a un incontro nell'Aula Absidale di Santa Lucia. Le persone venute ad ascoltarlo però erano tante che abbiamo dovuto spostarci nell'Aula Magna, per non lasciare nessuno fuori dalla porta". Da quel primo incontro il rapporto tra Yunus e l'Alma Mater non ha fatto che rafforzarsi. Invitato nuovamente nel 2003 per parlare di microcredito e beni relazionali, nel 2004 riceve dalle mani del Rettore la laurea honoris causa in Scienze della Formazione, per il valore aggiunto che la sua iniziativa ha creato in chiave di crescita delle persone e sviluppo democratico della comunità. Due anni più tardi arriva la definitiva consacrazione internazionale, con l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace, che Yunus, fedele al suo spirito come in ogni occasione, ha voluto dividere a metà con la "sua" Grameen Bank. Luisa Brunori, unica italiana invitata alla cerimonia, era a Stoccolma su invito di Yunus, per rappresentare l’Università di Bologna.
Grameen Bank in bengalese significa "banca del villaggio", e il nome racchiude molto dello spirito che anima il sistema del microcredito. Al centro c'è la comunità, i gruppi e gli individui. Gruppi composti da poche persone, cinque, mai legate tra loro da relazioni familiari, per dare respiro alle relazioni di comunità, e con una forte presenza femminile. Agli individui raccolti in gruppi vengono concessi piccoli prestiti che permettono l'avvio di attività produttive o commerciali. Il successo del progetto è clamoroso, con un tasso di restituzione dei prestiti che supera il 99%. E dal primo esperimento avviato nel villaggio di Jobra, in Bangladesh, nel 1976, sono oggi più di 2800 le filiali che la Grameen Bank ha aperto in Bangladesh e circa 137 le strutture Grameen in tutto il mondo.
"Sono due - spiega la prof.ssa Brunori - le motivazioni che spingono all’applicazione del microcredito: nei paesi in via di sviluppo è la lotta per la sopravvivenza, nei paesi a economia avanzata si parla invece di lotta contro l'esclusione sociale". Ma il passaggio da paesi poveri ai paesi cosiddetti sviluppati non modifica la filosofia di fondo cui il meccanismo deve riferirsi. "Il microcredito è un prestito con impegno relazionale. Attraverso il microcredito si valorizza l'orizzontalità dei rapporti sociali. Si può arrivare a dire che il denaro è solo un pretesto; è un mezzo e non un fine. Il vero fine è trovare il modo di vivere una vita dignitosa fuori dalla povertà e dall'esclusione sociale e con la soddisfazione di contribuire alla comunità nel suo insieme".