L’Alma Mater ha nel proprio DNA una dimensione internazionale. Ben prima della attuale globalizzazione, fin dalla sua origine nel 1088, l’Università di Bologna ha ospitato studenti provenienti da tutto il mondo e dialogato con le università degli altri Paesi. Oggi più di ieri la dimensione internazionale dell’università porta a intessere relazioni non solo con centri di studio e di ricerca, ma anche con imprese e istituzioni.
In questa più ampia cornice si colloca la possibilità di ospitare e conoscere da vicino i rappresentanti di grandi Paesi protagonisti della storia attuale. Si comincia con il Brasile, si proseguirà nei prossimi mesi con altre nazioni. Sono in corso contatti con Cina e Stati Uniti.
Per l’Alma Mater il Brasile ha un ruolo fondamentale. Già nell’aprile scorso dall’impegno congiunto tra l’Ambasciata del Brasile e l’Università di Bologna è nata Fibra, la Fondazione culturale italo-brasiliana, con sede a Bologna, finanziata da istituzioni pubbliche e private interessate a investire nel potenziamento dei rapporti culturali e scientifici tra i due paesi. Proprio in virtù di questa Fondazione, unica nel panorama nazionale, l’Ateneo bolognese è stato scelto come capofila italiano del progetto "Scienza Senza Frontiere": il Brasile finanzierà con oltre 1,2 miliardi di euro 75.000 borse di studio all’estero per i propri studenti e ricercatori. In Italia oltre all'Alma Mater saranno chiamati ad accogliere gli studenti brasiliani anche i Politecnici di Milano e Torino, gli atenei di Trento, Milano, Padova, Pisa e le tre università di Roma.
Oggi sono circa 200 gli studenti brasiliani che frequentano i corsi di studio e di dottorato all’Alma Mater, mentre sono circa 90 i docenti che nelle diverse discipline hanno progetti di studio e ricerca con il Brasile.
L'iniziativa rappresenta "una finestra su nuovi mondi – secondo Ivano Dionigi, Rettore dell'Alma Mater -per vedere come cambiano i ruoli e come avviene il passaggio del testimone. Dopo i primati secolari dell'Europa e degli Stati Uniti, ci sono altri primati non più dettati dai numeri ma dalla storia e dalla geografia". "Rischiamo – ha concluso il Rettore – di scoprire il significato profondo del termine Occidente che significa 'colui che tramonta' e della parola Oriente che significa 'colui che sorge'".