Migliaia di persone hanno partecipato oggi alla prima tappa della settima edizione di "Ad alta voce", la maratona di lettura e solidarietà che sta portando oltre 40 scrittori, poeti e attori nei luoghi insoliti della città. Un pubblico gioioso, attento e coinvolto dalla magia che ha animato i 15 appuntamenti a Bologna e nei tre comuni della provincia Anzola dell’Emilia, Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena.
"Siamo soddisfatti del successo della prima tappa di Ad alta voce – ha dichiarato il presidente di Coop Adriatica Gilberto Coffari – la partecipazione di tante persone testimonia il loro desiderio di riappropriarsi della città attraverso la cultura e la solidarietà. La scelta di alcuni dei luoghi in cui si è svolta questa giornata ha voluto rappresentare anche un segnale di attenzione verso gli stranieri che vivono e lavorano nella nostra città. Ci auguriamo di aver dato un piccolo contributo a rafforzare la coesione sociale e la solidarietà che da sempre hanno caratterizzato Bologna e continuano a caratterizzarla, anche in un momento in cui la città vive complesse problematiche di integrazione". "Ad alta voce" è promossa da Coop Adriatica per sostenere Ausilio per la cultura, l’attività di consegna di libri ad anziani e disabili da parte di soci Coop volontari: "A loro, agli scrittori e a tutti coloro che hanno seguito Ad alta voce va il nostro ringraziamento" ha aggiunto Coffari.
La cronaca della giornata
La maratona si è aperta venerdì sera al Teatro Comunale "A. Testoni" di Casalecchio, dove circa 180 persone hanno seguito la premiazione di vincitori del premio letterario Coop for words, abbinata ad "Ad alta voce". I primi classificati di ogni sezione del concorso hanno letto i loro lavori alternandosi con Mario Bellina, Jadel Andreetto del collettivo di autori Kai Zen e delle due autrici di fumetti Vanna Vinci e Keiko Ichiguchi. Di grande impatto la conduzione della serata da parte di Riccardo Marchesini e la musica della Don Ciccio Philarmonic Orchestra.
La giornata di sabato ha preso il via, come da tradizione, a casa di un utente di Ausilio per la Cultura, dove Wu Ming 2 ha letto "I reietti dell’altro pianeta" di Ursula Le Guin. Il primo appuntamento aperto al pubblico era dedicato di ragazzi delle scuole. Quattro classi di quarta e quinta ginnasio del Liceo Classico Minghetti hanno riempito il Teatro San Martino ed hanno ascoltato via via sempre più coinvolti le letture dei tre ospiti sul tema della legalità. Ad aprire è stato l’assessore del Comune di Bologna ed ex magistrato Libero Mancuso, che ha letto un brano sulla democrazia tratto da "La guerra del Peloponneso" di Tucidice, di cui ha mostrato la grande attualità; di seguito, Mancuso ha letto una lettera del giudice Ambrosoli per la moglie, scritta in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine sul Banco Ambrosiano, a causa della quale fu in seguito assassinato da un sicario assoldato da Michele Sindona. Coinvolgenti e toccanti le "Lettere al caro estortore" lette da Pina Maisano Grassi, vedova dell’imprenditore Libero Grassi che fu uno dei primi a denunciare pubblicamente la morsa dell’estorsione rifiutandosi di pagare, e che per questo fu ucciso. Le lettere, scritte da ragazzi tra i 16 e i 22 anni, sono arrivate dritte al cuore del pubblico di adolescenti. Un brano divertente e molto significativo è stato quello letto da Julio Velasco, il grande allenatore di pallavolo argentino. Con il racconto "Il rigore più lungo del mondo" di Osvaldo Soriano, Velasco ha parlato del rispetto delle regole come fondamento della cultura della legalità, nello sport come nella vita. A conclusione delle letture, gli ospiti hanno risposto alle richieste di approfondimento dei ragazzi.
Alle 10 è stata la volta del primo appuntamento dedicato agli scrittori migranti e al pubblico degli stranieri che vivono in Italia. All’Autostazione delle corriere un pubblico di oltre 100 persone, composto da molti cittadini migranti ha seguito le letture di Duska Kovacevich ("Un indovino mi disse" di Tiziano Terzani), e di Viorel Boldis ("Voglio un marito italiano" di Marina Sorina), alternandosi con i brani musicali della tradizione balcanica di Vladimir Denissenkov che con la sua fisarmonica ha creato una atmosfera d’altri luoghi, che ben si sposava con il contesto multiculturare delle letture. Stefano Tassinari infine ha dato voce a un brano dal "Jean Genet e Tennessee Williams a Tangeri" di Muhammad Choukri.
La poesia di Giosuè Carducci "Davanti a San Guido" è stata letta da Antonio Faeti e Margaret Collina per le 40 persone che sono potute entrare nella casa-museo del poeta. Il professor Faeti ne ha fatto una lettura più accademica, mentre la Collina ha toccato le corde dell’emozione con la sua lettura interpretata accompagnata dalla chitarra classica del maestro Gianni Landroni.
Al Museo della Memoria di Ustica grande suggestione tra il pubblico e gli scrittori partecipanti, che sono stati guidati da Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, nella visita al museo che ha preceduto le letture. Emozionante l’interpretazione di Daniele Biacchessi ("L’armadio della vergogna" di Franco Giustolisi, "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia e "Un eroe borghese" di Corrado Staiano), e di Pippo Delbono che ha letto "Esodo" e "Se questo è un uomo" di Primo Levi. Vitaliano Trevisan ha portato invece Kierkegaard, "Sulla mia attività di scrittore".
Alla questura di Bologna è stato Marco Bettini ad aggiudicarsi il Premio Fedeli promosso dal Siulp. Bettini, insieme agli altri due finalisti, Luigi Guicciardi e Paolo Roversi ha letto davanti ad un pubblico di circa 150 persone, preceduti da un saluto del Questore di Bologna Cirillo e di Antonino Ingoia della Direzione Nazionale Antimafia. Marco Bettini ha letto "Come un romanzo" di Daniel Pennac e "Manuale del boia" di Charles Duff, Luigi Guicciardi "L’Agnese va a morire" di Renata Viganò, e Paolo Roversi "E così vorresti fare lo scrittore?" di Charles Bukowsky.
Al Centro sociale "Annalena Tonelli" di San Lazzaro, una trentina di persone hanno seguito le letture di Valerio Varesi ("Partire" di Tahar Ben Jelloum), Eros Drusiani ("Vite brevi di idioti" di Ermanno Cavazzoni e "Cocotte" di Guido Gozzano), Pier Damiano Ori ("I viaggi di Gulliver" di Jonathan Swift, e "Bandiera Bianca" di Eraldo Affinati) e Giampiero Rigosi ("Le città invisibili" di Italo Calvino).
Molto emozionante la lettura al Teatro Guardassoni del Collegio San Luigi, dove un centinaio di persone hanno riempito la platea. Qui Renato Barilli ha aperto leggendo "Come Dio comanda" di Niccolò Ammaniti, preso anche come spunto per parlare della vitalità della narrativa italiana contemporanea. Enrico Brizzi, a seguire, ha divertito il pubblico con la vivace lettura di brani dal "Giornalino di Gian Burrasca" di Vamba. L’appuntamento è stato concluso dalla magia dell’intervento di Gabriella Ghermandi che ha interpretato "Scemo di guerra" di Ascanio Celestini con l’inserimento di canti della tradizione popolare etiope.
Piena stipata la sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Qui ad aprire è stato il saluto di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, che ha sottolineato l’importanza di ogni attività che consenta di mantenere viva la memoria, come "Ad alta voce" fa ogni anno in Stazione. E tutte le letture hanno avuto come filo conduttore proprio il tema della memoria. Marcello Fois ha letto un brano da "Le Benevole" di Jonathan Littell, sugli orrori del nazismo raccontati in prima persona da un ufficiale delle SS, dalla campagna di Russia allo sterminio degli ebrei. E sempre degli orrori del nazismo trattava il brano scelto da Lucarelli tratto dal libro "Dallo scudetto ad Auschwitz" in cui si narra il racconto di un allenatore ebreo del Bologna degli anni 30 (Arpad Weisz) deportato ad Auschwitz. Oliviero Beha ha spiegato la sua scelta di un brano di "Una storia semplice" di Leonardo Sciascia, sottolineando il bisogno di legalità che attraversa il Paese.
Un centinaio di persone hanno seguito la seconda lettura dedicata ai migranti, al Centro commerciale Officine Minganti, con Pino Cacucci ("Amor America" di Maruja Torres), Fabian Negrin, che ha portato ventisei stralci da romanzi, poesie e canzoni tutti sul tema dello sradicamento, e Adrian Bravi che ha letto "Infanzia berlinese" di Walter Benjamin.
Una Piazza Verdi colma di quasi 200 persone ha accolto la terza lettura dedicata alla letteratura migrante. Con la musica di Alexian Santino Spinelli, primo rom laureato in Europa e docente di letteratura e cultura romanì all’Università di Trieste, hanno letto Simona Vinci (il racconto "La vendetta" di Agota Kristof), Eugenio Sideri ("Lo zahir" di Paulo Coelho), Mia Lecomte e Igiaba Scego (che hanno portato una serie di poesie e brani di numerosi autori migranti), Antonello Dose ("Lettere dalla Kirghizia" di Silvano Agosti e brani del maestro buddista internazionale Ikeda). Particolarmente interessante l’intervento di Spinelli che ha parlato della realtà di emarginazione del popolo rom in Italia.
La sala del terzo piano della nuova sede della Galleria d’Arte Moderna MaMbo, dove aveva sede l’ex forno del pane, ha ospitato le letture di Niva Lorenzini ("Il resto è silenzio" di Chiara Ingrao e quattro poesie di Pietro Spataro) e Marcello Fois ("Confessioni di un teppista" di Sergej Esenin e "Storia di re David e dell’uovo" tratto dal libro Favole della tradizione ebraica). Ad ascoltarli un pubblico di 150 persone. Ad Anzola dell’Emilia un pubblico attento ha seguito le letture dei testi preferiti di Andrea Bajani, Fabio Bonifacci e Silvana La Spina.
I primi cento spettatori arrivati all’appuntamento del Cantiere della nuova Sede Unica del Comune hanno invece indossato il caschetto giallo dei lavoratori edili. Ma erano più di quattrocento ad ascoltare le poesie di Raffaello Baldini e brani di Thomas Bernard letti da Ivano Marescotti, mentre Carlo Lucarelli ha portato "La confraternita del Chianti" di John Fante, intervenendo anche sulla tragedia delle morti sul lavoro.
Si è tenuto dalle 18 il Gran Finale all’Aula Magna Santa Lucia condotto da Massimo Cirri e Filippo Solibello di Caterpillar. Sul palco si sono ritrovati Enrico Brizzi, con brani dall’"Autobiografia di Malcolm X", Pina Maisano Grassi, che ha letto l’articolo di Roberto Alaimo "Il pizzo spiegato a mio figlio che lo spiega a me", Valerio Massimo Manfredi, che ha dato voce ad alcuni versi dell'Eneide, Daniele Biacchessi, con "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, Simona Vinci, che ha portato pagine da "La strada" di Cormac McCarthy, Igiaba Scego, con una poesia di Fernando Eros Caro tratta da "Poeti da morire" e "Il viaggio delle bottiglie vuote" di Kader Abdolah, un volontario di "Ausilio per la cultura", con il brano iniziale di "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio" di Amara Lakhous e Serena Guadino del Presidio del libro della Campania, che ha portato un saluto a nome dei ragazzi della biblioteca di Scampia e leggerà il racconto "Maradona sì, Galtieri no" di Osvaldo Soriano.