Giorgio Piracci è un dottorando in Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università di Bologna e da metà maggio, per tre mesi, sarà nell’Amazzonia peruviana. Mentre sorseggia un caffè in un bar di via San Vitale, racconta le ragioni e la preparazione del suo viaggio imminente, e la prima cosa che si nota è la sua impazienza: il desiderio di partire e di ritornare nella valle di Palcazù, dentro la provincia peruviana di Oxapampa.
Alla conservazione di questo territorio e al suo sviluppo sostenibile è dedicato "En la Selva 2006", spedizione e progetto di ricerca patrocinato dal Corso di Laurea in Scienze Naturali e dal Sistema Museale d’Ateneo di Bologna in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Padova e l’associazione Pro Natura Lesa. Giorgio racconta ogni cosa nei dettagli, senza risparmiare nomi, facce, persone e le speranze, tutte, che ad esso sono legate.
"Si tratta di un progetto – ci dice Giorgio – nato e pensato nel 2005, nell’ambito di un Master in Cooperazione e Sviluppo nelle Aree Rurali e dello studio di fattibilità che l’ha seguito", grazie al quale Giorgio ha potuto visitare la regione di Oxapampa e scoprire il vincolo profondo che lo lega a questo territorio e alla sua gente, la comunità dei nativi Yanesha.
L’area interessata a "En la Selva 2006", infatti è una nunataks, un nucleo in cui un eco-sistema pleistocenico ha superato la glaciazione e si è conservato intatto mentre intorno ad esso la vita scompariva. La biodiversità di quest’area è, dunque, così ricca – in un contesto come quello amazzonico di per sé traboccante di vita - che l’UNESCO ha individuato Oxapampa come una delle poche riserve della biosfera del pianeta, inserendola nel proprio progetto di salvaguardia MAB (Man and Biosphere), teso assieme a quello di cui si sta occupando Giorgio, a dimostrare la possibilità di conciliare sviluppo umano e conservazione della biosfera.
Ma non c’è solo la Selva e il suo complesso eco-sistema da salvare. Nel viaggio precedente, Giorgio ha conosciuto, rimanendone affascinato, la popolazione Yanesha che abita la regione di Oxapampa e che, al pari del territorio in cui vive, costituisce uno degli ultimi centri di cultura indigena in America Latina, dopo decenni di sfruttamento, colonizzazione ed erosione della tradizione india. Uno di loro, Marcial Ortiz Espiritù è il presidente di FECONAYA, la federazione delle popolazioni native della Selva Centrale, impegnata nella promozione e tutela dei diritti fondamentali e della cultura degli Yanesha. In questi anni Marcial ha lavorato assieme a Giorgio per rendere possibile il suo viaggio, riconoscendo nel suo progetto "una forma diversa di cooperazione, fatta senza passare dai soliti canali, ma promuovendo una forma nuova di collaborazione e protagonismo delle comunità locali".
Per questo, da maggio, Marcial accompagnerà Giorgio e il resto del gruppo che partirà da Bologna (Lorenzo Crescione, Adriano Cafiso e Gian Piero Vigo) in lungo e in largo per Oxapampa, dentro e fuori dalla Selva; tra gli anziani Yanesha delle alture andine e i più giovani, loro figli, nei centri a valle, che già non parlano più la lingua dei loro genitori e che, appena possono, cercano di scappare dalla Selva, per raggiungere Lima, la capitale: una vita tutta diversa.
In ciascuno dei luoghi di questo percorso, saranno raccolte testimonianze, compiuti rilevamenti, documentati habitat naturali e forme di comunità, cultura e tradizione. Un lungo lavoro di recupero e testimonianza che – ricorda Giorgio – "avrà come esito la realizzazione e produzione di un film, con i racconti e le interviste degli Yanesha della Selva, e la cronaca fedele dei rischi di sparizione che ogni giorno corrono", in seguito alle scelte del Governo peruviano e alle pressioni delle multinazionali occidentali. Insieme al film, un documentario più "scientifico" con i dati e i materiali raccolti nei tre mesi di viaggio e, ancora, un libro resoconto della ricerca naturalistica che possa servire da supporto per una riflessione sulle prospettive di sviluppo e crescita della regione.
La Selva Centrale "è un pezzo di mondo a cui non possiamo rinunciare. Abbiamo bisogno di salvare la sua ricchezza naturale e umana". Per questa ragione il progetto non si concluderà laggiù, in Perù, al momento della partenza per Bologna di Giorgio e dei suoi compagni di viaggio. Sono già previste, infatti, durante il prossimo autunno, mostre, convegni, presentazioni dei lavori. Un fuoco di fila di iniziative che, nelle speranze di Giorgio, porterà a Bologna e in altre città italiane, Marcial e i suoi Yanesha, per testimoniare in prima persona il bisogno di sostegno di Oxapampa, la sua volontà di tenere viva la speranza nel futuro della Selva Centrale.