Scoperta una nuova specie di Oviraptor: il dinosauro che era stato accusato di furto
Nel corso di una campagna nel deserto del Gobi, il dott. Federico Fanti, iscritto al secondo anno del Dottorato in Scienze della Terra, ha scoperto i resti completi e conservati di una nuova specie di dinosauro appartenente al genere Oviraptor
Un gruppo di uova, forse di Protoceratopo, ed accanto i resti fossili di una specie sconosciuta. Nel 1924, fu questo lo scenario del ritrovamento, in Mongolia, di un dinosauro appartenente alla famiglia dei teropodi mai visto in precedenza. La posizione in cui vennero ritrovati i resti e la vicinanza di quelle uova, attribuite ad una specie differente, parlavano chiaro: il dinosauro era morto nel corso di un tentativo di furto. "Oviraptor" fu allora il nome che i paleontologi assegnarono al nuovo arrivato, "ladro di uova".
Ancora in Mongolia, ma questa volta solo poche settimane fa, una nuova specie di dinosauro, sempre del genere Oviraptor, è stata scoperta dal dott. Federico Fanti, iscritto al secondo anno del Dottorato in Scienze della Terra dell'Università di Bologna. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di una campagna di scavi nel deserto del Gobi che rientra in un programma di collaborazione tra il Museo Geologico "Giovanni Capellini" e l'Università di Alberta, Canada. Il dott. Fanti sta infatti studiando la più ricca formazione di dinosauri del Cretaceo Superiore (tra i 65 e i 100 milioni di anni fa) assieme al prof. Phil Currie, scopritore dei dinosauti piumati e sostenitore della correlazione tra dinosauri e uccelli.
Perché l'Oviraptor, in realtà, non è quello che si pensava. Diversi ritrovamenti negli anni Novanta lo hanno accertato: questa specie, al contrario del comportamento comune degli altri dinosauri, covava e si prendeva cura delle sue uova. Esattamente come fanno i volatili. Quel primo rinvenimento del 1924, allora, non fu altro che un errore d'interpretazione, che portò così ad assegnare alla nuova specie una cattiva reputazione del tutto immeritata. Ma destinata a rimanere, ché i nomi scientifici una volta assegnati non si modificano facilmente.
La scoperta del dott. Fanti, così, oltre l'innegabile valore scientifico, ribadisce ancora una volta l'equivoco: l'esemplare ritrovato, infatti, è completo e conservato in tre dimensioni mentre si ritrova a covare ben trentacinque uova.
E il nuovo Oviraptor arrivirà anche a Bologna: sarà infatti possibile ammirarlo all'interno del Museo Capellini per alcuni mesi nel corso del 2009, in occasione del primo centenario del montaggio a Bologna di una delle otto repliche del gigantesco Diplodocus carnegiei.