Autore: Rosa Mª Ávila, Beatrice Borghi, Ivo Mattozzi (a cura di)
Editore: Pàtron Editore
Prezzo: 40 euro
Si parte con una riflessione sull'educazione alla cittadinanza europea, sulle sue difficoltà ma anche sulle iniziative che possono essere da questa stimolate, per arrivare alla formazione di conoscenze e competenze per gli insegnanti impegnati a costruire percorsi educativi che guardino all'Europa. Nel mezzo, contributi dettagliati, anche con lo studio di casi, esplorano le potenzialità dell'insegnamento della storia, della geografia, del patrimonio culturale nell'ottica della fondazione di una cultura europeista. E' un volume poderoso questo "L'educazione alla cittadinanza europea e la formazione degli insegnanti. Un progrtto educativo per la 'strategia di Lisbona'": quasi seicento pagine, tra italiano, spagnolo e inglese, necessarie per tracciare un quadro ampio e preciso dello stato dell'insegnamento in vista della cittadinanza europea e delle proposte per il futuro.
Il volume, curato da Rosa Mª Ávila, Beatrice Borghi e Ivo Mattozzi, raccoglie gli atti del primo simposio italo-spagnolo di didattica delle scienze sociali, svoltosi tra il 31 marzo e il 3 aprile scorsi alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Alma Mater. Il convegno è stato realizzato in collaborazione con il Centro Internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt) e l'Associazione Clio '92 e in continuità con la ventennale esperienza dell'Associacion Universitaria del Profesorado de Didactica de las Ciencias Sociales (Aupdcs).
"Nel concetto di cittadinanza - spiega Luigi Guerra nell'introduzione al testo - si può oggi raccogliere il complesso sistema di competenze culturali e sociali che sta alla base della formazione di uomini e donne capaci di approfondire e difendere il proprio personale modello di idee, conoscenze, volori e comportamenti e nello stesso tempo di rispettare e dialogare con i modelli degli altri, ponendosi anzi al servizio della salvaguardia e della volorizzazione di una pluralità di modelli culturali, valoriali e sociali". Un concetto, quello di cittadinanza, che coinvolge dunque tanto la conoscenza del proprio ambiente locale, che l'apertura verso altri mondi, verso la diversità, verso la cooperazione. "In altre parole - continua Guerra -, educare alla cittadinanza significa progettare un'educazione etico-sociale in grado di formare gli individui all'intera gamma delle dimensioni del sociale".
Perché, questo il punto di partenza centrale, la cittadinanza europea è un tema esteso ben oltre a quella nazionale: devono per questo essere pensate politiche di insegnamento che possano contribuire a veicolarla nei modi migliori e più corretti. "L'educazione alla cittadinanza attiva - scrivono i curatori - è assegnata come scopo degli insegnamenti in molti sistemi scolastici nazionali e su di essa si sono accumulate un gran numero di ricerche. L'educazione alla cittadinanza europea viene di solito concepita come una semplice e lineare estensione di quella nazionale. Essa, invece, deve essere oggetto di elaborazione e di attenzione specifica e condivisa a scala continentale e gli insegnanti devono essere formati per inserirla nei curricoli delle scienze sociali. Essa riguarda non solo le popolazioni storicamente europee, ma pure i milioni di immigrati da altri continenti".
Il volume è diviso in cinque parti, corrispondenti alle cinque sessioni in cui è stato diviso il simposio. Autori italiani, spagnoli, francesi, tedeschi, inglesi, svizzeri ed anche argentini e cileni, contribuiscono a comporre il mosaico di 19 relazioni e 43 comunicazioni che lo compongono. L'apertura è dedicata alla definizione di concetti e scopi relativamente all'insegnamento e alla cittadinanza europea. Ci si concentra poi in seguito al ruolo della geografia, a quello della storia e alla didattica del patrimonio. Il tema della formazione degli insegnanti in ottica europea, infine, è l'argomento su cui si spendono gli interventi che vanno a concludere il testo.