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A Bologna le uniche mense universitarie auto finanziate

I mille anni di storia dell’Università di Bologna sono stratificati nelle mura delle sue residenze e delle sue mense. Tra queste ultime, Irnerio e le Scuderie sono le uniche in Italia ad auto finanziarsi.
Un tavolo della mensa Irnerio

Collegamento Adsl, climatizzatore, sala Tv, emeroteca. I servizi offerti dalle residenze universitarie afferenti all’Università di Bologna strizzano l’occhio ai comfort dei moderni campus americani. Ciò che li caratterizza però è la stratificazione storica maturata nei mille anni trascorsi dalla nascita del più antico ateneo del mondo occidentale. Alcune strutture, come per esempio il Collegio Alma Mater di via Sacco, hanno colonizzato le prime periferie seguendo il percorso di decentramento di facoltà come Ingegneria, Chimica Industriale e Agraria. Altre, come il Collegio Torleone di via Sant’Isaia, hanno invece conservato il loro legame con il centro storico della città.

Gli alloggi di Piazza San Giovanni in Monte, in particolare, poggiano su uno dei colli simbolo dell’originario insediamento dell’antica Bononia. La collina quindici secoli fa era ancora esterna alle mura e meta di pellegrinaggio per gli abitanti dell’epoca impegnati a ricostruire l’urbe sulle macerie lasciate dalla caduta dell’impero romano. Come tutti i centri conventuali del Medioevo San Giovanni in Monte diventò città nella città, calamitando artisti che l’abbellirono nel corso dei secoli: Antonio Morandi, Bartolomeo Belli, Lippo Dalmasio, il Guercino, il Perugino e il Raffaello. Un susseguirsi di nomi che conduce alla fine del Settecento, a Napoleone, e a una nuova fase storica in cui il monastero sconsacrato viene adibito a carcere politico. E’ l’ultima tappa prima di diventare la residenza universitaria attuale, rimessa a nuovo in occasione dei festeggiamenti per il nuono centenario dell’Alma Mater.

Residenze, collegi e studentati sono le eredità architettoniche di un flusso di studenti che è stato attratto da una città ricca e ha contribuito ad arricchirla ulteriormente. "Bologna è dotta e grassa insieme", afferma Massimo Montanari, esperto di storia dell’alimentazione. "Dotta perché grassa", spiega in primo luogo il docente: "Solo l’abbondanza alimentare e l’organizzazione dell’approvvigionamento consentirono di accogliere e nutrire una popolazione studentesca molto grande per l’epoca, che poi si è mantenuta grande nel tempo, fino a oggi, rispetto alle dimensioni della città". "Grassa perché dotta", prosegue poi Montanari: "Il concentrarsi di studenti a Bologna garantì uno straordinario arricchimento culturale anche nel campo della gastronomia; ciascuno portò la sua esperienza, facendo di Bologna un luogo di incontro, un ponte fra le varie tradizioni europee".

Oggi questo connubio tra cibo e cultura rivive nella mensa Irnerio di piazza Puntoni, dove con il progetto UniboCucina, l’Ateneo si è impegnato a trasformare il locale in un punto di incontro tra studenti e cittadini. Il primo passo è stato il restauro architettonico dell’edificio, il secondo l’attivazione di una serie di serate a tema sulla storia del cibo, sui suoi personaggi e sulle sue particolarità più stravaganti. Di fronte a pizze dai sapori originali si sono succedute esibizioni musicali, proiezioni cinematografiche e dibattiti, rigorosamente ispirati al convivio e ai suoi dintorni.

La mensa Irnerio e le Scuderie di piazza Verdi hanno inoltre una particolarità che le rende uniche nel panorama nazionale: sono auto finanziate. "Gli studenti a basso reddito – spiega in conclusione Paola Monari Prorettore agli Studenti – non pagano, mentre per gli altri il prezzo è calmierato. In questo modo le mense riescono a coprire i loro costi e possiamo investire tutti i fondi regionali in borse di studio".