I genitori che hanno un cattivo rapporto con la matematica possono avere un’influenza negativa sullo sviluppo iniziale delle competenze numeriche dei loro figli, condizionando di conseguenza i loro risultati nel corso dell’intera carriera scolastica. A suggerirlo è uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Child Psychology al termine di un’indagine che ha seguito i progressi delle capacità matematiche di 126 bambine e bambini a partire dai tre e fino agli otto anni di età.
"I risultati dello studio mostrano che i figli dei genitori con livelli più alti di ansia per la matematica sono cresciuti con competenze numeriche più scarse rispetto ai figli di genitori con livelli più bassi", spiega Carlo Tomasetto, professore al Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" dell'Università di Bologna e primo autore dello studio. "Questo effetto si è protratto anche con la crescita dei figli e l'inizio della scuola, con gli stessi bambini che, raggiunti gli otto anni d'età, mostravano ancora capacità più basse nel campo della matematica".
L'ansia da matematica è un sentimento che innesca emozioni negative nel momento in cui una persona si trova ad affrontare problemi o calcoli matematici, non solo in ambito scolastico, ma anche nella vita di tutti i giorni. I ricercatori hanno quindi cercato di valutare se questa condizione possa essere trasmessa dai genitori ai figli e influenzi lo sviluppo matematico dei bambini nel tempo. Il tema è rilevante anche perché lo sviluppo precoce della matematica è un fattore chiave per prevedere il successo accademico di una persona. E il successo accademico a sua volta influenza risultati cruciali nella vita, come le opportunità di carriera e il benessere mentale e fisico a lungo termine.
Gli studiosi hanno quindi indagato il livello di ansia da matematica dei genitori di 126 bambini, quando questi avevano tre anni, e il livello di ansia da matematica dei bambini a otto anni. Inoltre, hanno seguito lo sviluppo delle competenze matematiche dei bambini tra i tre e gli otto anni.
"Sebbene lo studio non abbia trovato prove che i bambini interiorizzino l'ansia dei genitori per la matematica, abbiamo però scoperto un legame significativo tra l'ansia per la matematica dei genitori e le competenze matematiche dei bambini", dice Tomasetto. "Sono necessarie quindi iniziative che non solo consentano ai genitori di supportare l'apprendimento della matematica da parte dei propri figli, ma li aiutino anche a sviluppare atteggiamenti positivi e fiducia nei confronti di questa materia".
Per superare queste difficoltà, gli studiosi suggeriscono prima di tutto di affrontare la matematica con un atteggiamento positivo, riconoscendo che non servono competenze particolari per apprenderla, mostrando interesse e incoraggiando le bambine e i bambini nei momenti di apprendimento. Inoltre, anche gli stessi genitori possono mettersi in gioco per rivedere il loro rapporto con la matematica.
"Non è mai troppo tardi per aumentare la fiducia in sé stessi e per apprendere competenze matematiche funzionali", conferma Tomasetto. "I genitori possono esplorare corsi di matematica per adulti, usufruire di risorse online gratuite e più in generale adottare una mentalità in cui si riconosce che commettere errori in matematica non solo è accettabile, ma è una parte importante del processo di apprendimento".
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Experimental Child Psychology con il titolo “Parental mathematics anxiety is related to children’s mathematical development in preschool and the first school years”. Il primo autore è Carlo Tomasetto, professore al Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" dell'Università di Bologna. Hanno partecipato inoltre studiosi dell’Università degli Studi di Trieste, dell’Università di Macerata e della Loughborough University (Regno Unito).