Un team di ricerca dell’Alma Mater, finanziato dall’Ateneo nel contesto dei progetti FARB, propone in questi giorni la soluzione di un enigma che ha affascinato per quasi un ventennio studiosi e lettori di poesia.
Il team è guidato da Federico Condello ed è composto da Ilaria Bartolini, Mirko Degli Esposti, Valentina Garulli, Francesca Tomasi, Matteo Viale: filologi, matematici, informatici e linguisti computazionali che si sono specializzati nella caccia ai falsari e nella authorship attribution.
L’enigma è costituito dal cosiddetto “Diario postumo” attribuito nientemeno che a Eugenio Montale: una raccolta di liriche che il poeta avrebbe donato alla sua ultima Musa, Annalisa Cima, fra il 1969 e il 1979; liriche che, per volontà di Montale, dovevano uscire postume, a cinque anni dalla sua morte, sei per anno: a questo fine il poeta le avrebbe chiuse in undici buste sigillate di fronte a notai. A partire dal 1986, Annalisa Cima ha stupito il mondo con questo impressionante lascito letterario, che fra l’altro ci mostra un Montale a tratti speranzoso, ottimista, pieno di fiducia nella poesia e addirittura tentato dalla fede in Dio. Nel 1996, la casa editrice Mondadori ha canonizzato il “Diario postumo” come ottava e ultima raccolta poetica di Eugenio Montale.
Ci fu, allora, chi contestò l’autenticità della raccolta: e fu il grande filologo Dante Isella. Le sue accuse caddero nel vuoto, e contro di lui si schierarono autorità altrettanto indiscusse come Rosanna Bettarini e Maria Corti. La polemica infuriò per un anno, fra il 1997 e il 1998, e poi scese il silenzio: intanto, il “Diario postumo” si diffondeva in librerie, biblioteche, antologie. E nessuno ha più discusso sistematicamente la paternità delle poesie, anche se qualche dubbio non è mai venuto meno.
Oggi, il team dell’Alma Mater rende pubblici i primi risultati delle sue ricerche, che hanno già suscitato l’interesse della stampa nazionale e che inducono a contestare radicalmente l’autenticità del “Diario postumo”. Sarà in libreria fra pochi giorni il volume di Federico Condello "I filologi e gli angeli. È di Eugenio Montale il 'Diario postumo'?", che contiene tutte le analisi filologiche atte a mostrare che le poesie postume non possono essere attribuite a Montale. Seguiranno i risultati delle analisi matematiche, linguistiche, informatiche, che confermano tale risultato. E martedì 11 novembre, presso la Biblioteca dell’Archiginnasio, alcuni fra i maggiori esperti di Montale saranno chiamati a pronunciarsi sulla questione. Sarà la fine di un “giallo filologico” durato decenni?