È il centro delle Dolomiti, in particolare le aree di Passo Rolle e di Passo San Pellegrino, lo scenario naturale scelto per la Campagna di Rilevamento Geologico 2015. Come ogni anno il corso di laurea in Scienze Geologiche dell’Università di Bologna porta i suoi studenti lontano dai banchi universitari per un vero e proprio laboratorio geologico sul campo.
Al pari dei laboratori di chimica, fisica o biologia, il rilevamento geologico e la realizzazione di una carta geologica originale rappresentano il banco di prova per gli studenti, che durante i dieci giorni di attività imparano a riconoscere i rapporti stratigrafici dei corpi rocciosi e ad interpretare i processi deformativi che hanno agito durante le fasi orogeniche. In altre parole, una lezione sul campo per imparare a leggere le pagine del libro che narra la storia della terra. I dati raccolti durante la campagna servono, infatti, ad interpretare il nostro pianeta da vari punti di vista: evoluzione ambientale e climatica, mitigazione dei rischi, deformazione nelle catene montuose, storia della vita.
Durante la permanenza, gli studenti hanno ricostruito la storia geologica della regione, compresa tra 280 e 230 milioni di anni fa, analizzandone la successione permo-triassica: in origine un territorio articolato in rilievi vulcanici incisi da torrenti, colate laviche e violenti flussi piroclastici che si sono susseguiti producendo uno strato di oltre 2000 metri di vulcaniti, alternate ad episodi torrentizi, sabbie e conglomerati. Poi un ambiente di ampie valli e pianure dove i fiumi hanno depositato le arenarie provenienti dai rilievi vulcanici, seguite dai gessi e dalle dolomie che indicano l’inizio della risalita del mare nella regione odierna. Con la nascita di un ambiente marino di acque basse, dove si sono depositate calcari e arenarie fini, si sono formate le scogliere coralline tipiche dell’ambiente tropicale, che nel corso dei millenni si sarebbero trasformate nelle Pale di San Martino, nel Latemar, nel Catinaccio e nella Marmolada. In seguito, un altro evento magmatico ha ricoperto di lava le scogliere, interrompendo il loro ciclo vitale, ripreso poi più tardi. Sono proprio il bianco delle scogliere, il nero delle vulcaniti ed il rosso delle arenarie a rendere oggi il paesaggio delle Dolomiti unico al mondo.