Nasce Initiative for Open Citations (I4OC), una nuova collaborazione internazionale che ha l’obiettivo di rendere liberi da copyright e quindi apertamente disponibili a tutti i big data relativi alle citazioni di articoli scientifici e prodotti accademici pubblicati in tutto il mondo.
Uno dei motori fondamentali dell’iniziativa – a cui partecipano anche Wikimedia Foundation, PLOS, eLife, DataCite e l’ateneo australiano di Curtin – è OpenCitations, progetto congiunto dell'Università di Oxford e del Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, che estrae reti citazionali dai dati presenti in diverse fonti autorevoli disponibili in rete, mettendole poi a disposizione come materiale di libero accesso e di pubblico dominio.
I dati che si possono ricavare dall’analisi delle citazioni sono infatti preziosissimi per lo sviluppo della ricerca a tutti i livelli. Possono essere usati per creare reti capaci di favorire la diffusione di articoli collegati tra loro, indipendentemente dal fatto che siano pubblicati con licenze aperte o meno. Possono far nascere nuovi servizi (o permettere l’arricchimento di quelli già esistenti) utilissimi per il lavoro di studiosi e ricercatori, ma anche per istituti accademici, editori e per tutti gli attori che si occupano di finanziamento della ricerca. Inoltre, lo sviluppo di una rete pubblica di citazioni può facilitare l'esplorazione delle miriadi di connessioni esistenti tra diversi campi del sapere: elemento fondamentale per l’evoluzione interdisciplinare della conoscenza scientifica.
Nonostante tutte queste possibilità, però, fino ad oggi la maggior parte dei dati citazionali non era disponibile con licenze aperte. Infatti, nonostante la maggior parte degli editori scientifici ed accademici condividesse già queste informazioni mediante la piattaforma messa a disposizione da Crossref, solo per l'1% delle pubblicazioni depositate i corrispondenti riferimenti bibliografici erano a disposizione liberamente al pubblico. Con la nascita di Initiative for Open Citations questa percentuale è già salita oggi fino al 40%.
Questo perché molti editori che ancora non lo facevano hanno ora deciso di rilasciare i dati citazionali senza alcuna restrizione di copyright. Tra questi ci sono ad esempio American Geophysical Union, Association for Computing Machinery, British Medical Journal, Cambridge University Press, Cold Spring Harbor Laboratory Press, EMBO Press, Royal Society of Chemistry, SAGE Publishing, Springer Nature, Taylor & Francis e Wiley.
La Initiative for Open Citations nasce con l’obiettivo di coordinare lo sforzo di tutti questi editori e promuovere così la creazione di una collezione onnicomprensiva di dati citazionali liberamente disponibile. In questo modo, gli istituti di ricerca e tutte le organizzazioni interessate avranno la possibilità di esplorare, analizzare e riusare liberamente i dati per generare nuova conoscenza.
“Siamo onorati di essere tra i fondatori di I4OC – dichiarano i due co-direttori di OpenCitations David Shotton (Università di Oxford) e Silvio Peroni (Università di Bologna) – e incoraggiamo gli editori che ancora si basano su liste di riferimenti bibliografici chiuse ad abbracciare il vento del cambiamento in favore dei dati citazionali aperti.”
Il Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna e più di altre trenta organizzazioni e progetti di ricerca – tra cui Internet Archive, Mozilla, la Fondazione Bill & Melinda Gates e Wellcome Trust – stanno formalmente appoggiando la Initiative for Open Citations. La creazione di I4OC è stata possibile grazie al contributo di numerosi ricercatori e studiosi, tra cui, in ordine alfabetico, Jonathan Dugan, Martin Fenner, Jan Gerlach, Catriona MacCallum, Daniel Mietchen, Cameron Neylon, Mark Patterson, Michelle Paulson, Silvio Peroni, David Shotton e Dario Taraborelli.