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Scienze Ambientali: a Ravenna inaugurano i nuovi laboratori

Il degrado ambientale fa dello sviluppo sostenibile una priorità nell’agenda di istituzioni politiche ed enti di ricerca. L’Università di Bologna raccoglie la sfida lanciata da questa emergenza inaugurando nella sua sede di Ravenna nuovi laboratori per le scienze ambientali. 5.000 mq chiamati a facilitare la cooperazione internazionale e le sinergie tra le molte discipline coinvolte nel settore.
Vista frontale dei nuovi laboratori di Scienze Ambientali a Ravenna Il Rettore Pier Ugo Calzolari, il Prorettore per i Poli della Romagna, Paolo Pupillo, e il Presidente del Polo Scientifico-Didattico di Ravenna, Andrea Contin, presenzieranno venerdì 30 aprile 2004 l’inaugurazione dei nuovi laboratori di Ricerca per le Scienze Ambientali di Ravenna. Alla cerimonia, prevista per le 10.30 in via Sant’Alberto 163, parteciperanno tutti i rappresentanti delle maggiori istituzioni politiche e di ricerca della città romagnola: Francesco Giangrandi, Presidente della Provincia di Ravenna, Vidmer Mercatali, Sindaco di Ravenna, Victor Ugo Ceccherelli, Direttore del Cirsa – Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali – e Lanfranco Gualtieri, Presidente della Fondazione Flaminia.

Un interesse vasto che si spiega con la necessità, sempre più urgente, di fronteggiare il degrado ambientale con una gestione delle risorse compatibile con le capacità di auto-rigenerazione delle natura. Il cosiddetto sviluppo sostenibile, insomma, è diventato una priorità tanto per le istituzioni quanto per gli enti di ricerca che proprio a partire dai laboratori di Ravenna uniranno i loro sforzi per rendere possibile la certificazione ambientale. “Personale dell’ateneo – afferma Marco Abbiati, docente del Polo Scientifico-Didattico di Ravenna – sarà incaricato di monitorare le emergenze e la qualità della vita, lavorando a contatto con i comuni, con la regione e con l’industria. Sono già state avviate collaborazioni con Cervia e con alcuni centri appenninici e attualmente molti sforzi si stanno concentrando sulla gestione degli ambienti costieri, nel tentativo di mediare tra i diversi usi (turistici, portuali, estrattivi e di pesca) che si vanno a sovrapporre in questi habitat”.

Ravenna, ovviamente, è un laboratorio privilegiato per lo studio di queste complesse interazioni tra l’ambiente e le attività economico-produttive dell’uomo. La città è già sede di innumerevoli progetti di ricerca internazionale e ora, grazie alle nuove infrastrutture, sarà possibile pianificare nuovi sviluppi. “Per esempio in campo oceanografico, meteorologico e biologico”, elenca Abbiati, riferendosi a collaborazioni in divenire con i Balcani e i con i paesi affacciati sul Mar Nero.

“La struttura – precisa Nicola De Laurentis, Direttore Amministrativo del Polo di Ravenna – è costata, sommando l’investimento immobiliare a quello per gli arredi tecnici -  6,5 milioni di euro”. Una cifra spesa per allestire una superficie di cinquemila mq dove troveranno spazio laboratori e strutture per la chimica, la fisica, la geologia, l’informatica, l’economia e il diritto. Saranno finalmente accorpate, cioè, le attività del Cirsa il Centro Interdipartimentale istituito nel 2001 per iniziativa di docenti afferenti ai Dipartimenti di Scienze Ambientali, di Biologia Evoluzionistica e Sperimentale, di Chimica, di Fisica, di Matematica e di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali. “Grazie ai nuovi laboratori – conclude Abbiati – saranno potenziati scambi e sinergie. E questo è solo il primo passo, perché è già previsto un secondo blocco di edifici, che completerà l’unificazione di tutto il corso di laurea in Scienze Ambientali, ospitando biblioteche e centri amministrativi”.