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Il ministro Moratti alla CRUI

Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti illustra oggi alla Conferenza dei Rettori Italiani le linee generali del progetto di riforma dello stato giuridico e delle carriere dei professori universitari.
Rivoluzione in vista nelle università italiane: incarichi ''a tempo'' rinnovabili per i docenti universitari ed eventuale passaggio all'incarico a tempo indeterminato sulla base di una valutazione effettuata da parte degli stessi atenei.

Sono le linee generali del progetto di riforma dello stato giuridico e delle carriere dei professori universitari illustrate oggi dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti alla Conferenza dei rettori italiani (CRUI). Una rivoluzione rispetto al passato, in un certo senso, quella delineata ieri dal ministro. Dovrebbe dunque finire, se le linee del progetto di riforma verranno confermate come sembra, l'epoca delle cattedre a vita ed anche per i docenti universitari verrebbe introdotto il principio della valutazione del lavoro svolto.

A spiegare il senso del progetto e' stato lo stesso ministro: ''Abbiamo analizzato quelle che sono le criticità del sistema: il sistema di reclutamento attuale non premia la mobilità ed è troppo locale. Stiamo quindi cercando di avviare un sistema di reclutamento - ha affermato - che porti a un'idoneità scientifica nazionale, a un concorso ogni due anni - uno per professori ordinari ed uno per professori associati, sulla base appunto di un'idoneità scientifica nazionale - e poi saranno le singole università a chiamare i professori che usciranno idonei da questa lista nazionale''. Moratti ha inoltre rilevato che  ''c'è una grande condivisione da parte della Crui della necessita' di rivedere lo stato giuridico e il reclutamento dei professori e di puntare una particolare attenzione al problema dei giovani''.

L'ipotesi, ha spiegato il ministro, è quindi quella di ''un incarico ai professori universitari per tre anni, incarico rinnovabile per altri tre anni; poi le università decideranno se rinnovare l'incarico a tempo indeterminato o se farlo decadere''. E' una ''flessibilità - ha commentato Moratti - che  viene data alle università, perche' queste possano decidere anche sulla base di una valutazione che avranno potuto effettuare negli anni di incarico svolti dai docenti; saranno cioè le singole università, nella loro autonomia, a valutare se e quando trasformare il contratto del docente in contratto a tempo indeterminato''.
Cosa significa tutto questo? La novità è che si introduce ''il principio della valutazione dei professori fatta, però, dalle singole universita', che chiameranno inizialmente i docenti - ha proseguito il ministro - dalla lista definita a livello nazionale in base alle proprie necessita', con una valutazione comparativa e naturalmente con procedure che garantiscano trasparenza e pubblicità; saranno però le università a decidere, con un rafforzamento dell'autonomia universitaria, ed anche per ciò che riguarda la valutazione dei professori saranno gli atenei che, sulla base del percorso e della verifica degli anni di lavoro del professore che hanno chiamato, decideranno se confermarlo oppure no''. Quelle illustrate ieri, dunque, sono delle linee guida e dei principi che tradurremo poi in un articolato che sarà illustrato alla crui, al Consiglio universitario nazionale CUN e al Consiglio nazionale degli studenti.

Le modalità di reclutamento dei professori universitari verrebbero dunque rinnovate. Il primo gradino per accedere alla carriera universitaria rimarrebbe di livello nazionale: commissioni nazionali valuterebbero gli aspiranti professori sulla base di titoli e prove. Poi, come illustrato dal ministro, gli atenei attingerebbero da tali liste generali sulla base delle proprie necessità. Il contratto triennale potrebbe essere rinnovato una sola volta (per un periodo massimo di incarico, cioe', pari a sei anni). Quindi, il giudizio di idoneità da parte dell'ateneo e la decisione se confermare a tempo indeterminato o revocare l'incarico al professore. Vi sarebbe - secondo quanto si e' appreso, ma si tratta di ipotesi non confermate - anche una prefigurazione dell'impegno orario del docente: 350 ore mensili di cui una parte consistente, pari a 120 ore, da destinare alla didattica. Le linee generali illustrate oggi dal ministro dovrebbero tradursi in un disegno di legge delega e in successivi decreti attuativi.

Moratti ha anche fatto riferimento al blocco delle assunzioni per i docenti universitari previsto dalla Finanziaria 2003:  ''Cio' e' previsto in Finanziaria, ma e' anche prevista una  possibilita' di deroga; quindi, per i casi eccezionali, - ha concluso - se le universita' riterranno di aver necessita' di deroghe, noi naturalmente ci faremo promotori per chiedere queste deroghe in modo che gli atenei possano attivare assunzioni se necessarie''.