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Alta moda da medioevo. La mostra "Belle vesti e dure leggi"

Mostra curata dalla professoressa Giuseppina Muzzarelli del Dipartimento di Paleografia e Medievistica dell'Università di Bologna.
Sarà come sfogliare una rivista di alta moda del Medioevo, con una ricca serie di figurini che riproducono le vesti più sfarzose delle nobildonne dell'epoca.
E' la mostra  "Belle vesti e dure leggi", curata dalla professoressa Giuseppina Muzzarelli del Dipartimento di Paleografia e Medievistica dell'Università di Bologna - in collaborazione con la  Direzione degli Archivi di Stato (Ministero Beni Culturali) - in programma all'Archivio di Stato di Bologna dal 9 al 24 maggio.
L'esposizione nasce dalla pubblicazione di un volume, La legislazione suntuaria. Secoli XIII-XVI. Emilia-Romagna, che raccoglie le leggi promulgate per mettere ordine nell'universo dell'apparenza (suntuario viene dalla parola latina suntus che significa lusso) e disciplinare i costumi dell'epoca, a cominciare proprio dall'uso delle vesti.
Che cosa dovevano fare, allora, una dama di nome Camilla che già aveva in casa un abito di panno verde ricamata in oro con figure d'uccelli, o un'altra, tale Giovanna, che tempo prima della promulgazione delle norme restrittive si era fatta confezionare un abito di panno color rubino decorato di stelle d'argento?
Il legislatore venne incontro alla vanità delle signore con un librone in cui venivano registrate le vesti che, una volta ricevuto il bollo dall'ufficio comunale, potevano essere indossate senza paura di infrangere la legge.
Sulla base delle descrizioni contenute in quel registro emanato nell'anno 1401 è stata ricostruita una serie rappresentativa di figurini tratti dagli oltre duecento abiti di haute couture censiti ed approvati. Per renderli il più fedele possibile al gusto del tempo, si è pensato di esaminare documenti iconografici dell'epoca, esposti accanto ai modelli in mostra. In esposizione anche il registro del Quattrocento, diversi documenti e alcuni manichini con abiti riprodotti da quadri di Piero della Francesca.