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Incontro in onore di Eugenio Heiman

Giovedi 12 giugno al Museo Ebraico di Bologna.
Intervengono: Marco Macciantelli, Assessore alla Cultura della Provincia di Bologna, Marina Deserti Assessore alla Cultura del Comune di Bologna, Ezio Raimondi Presidente dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, Franco Bonilauri Direttore del Museo Ebraico di Bologna, Amos Luzzatto Presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Lucio Pardo Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Bianca Colbi Finzi, già Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Emilio Ottolenghi consigliere della Fondazione Museo Ebraico di Bologna, Giuseppe Gherpelli già Presidente dell'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.

L'incontro "In onore di Eugenio Heiman" intende rendere un doveroso omaggio ed esprimere un sentito ringraziamento ad Eugenio Heiman che è stato, dal '99 fino al settembre 2002, Presidente della Fondazione Museo Ebraico di Bologna e precedentemente, dal '90 al '99, Presidente del Jewish Cultural Program, il comitato istituito allo scopo di ideare e realizzare il Museo stesso.

L'appuntamento, al quale presenzieranno numerose personalità pubbliche ed esponenti di spicco del mondo ebraico, vuole essere un momento di riconoscimento per il lungo e fattivo lavoro svolto da Eugenio Heiman con le istituzioni locali e regionali per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ebraico dell'Emilia Romagna, ed in particolare per la sua instancabile opera che ha portato alla realizzazione del Museo Ebraico di Bologna.

Nell'occasione il Consiglio della Fondazione Museo Ebraico di Bologna, al quale si deve la promozione dell'iniziativa, consegnerà ad Eugenio Heiman una targa con la seguente scritta:

A Eugenio Heiman

che con la sua saggezza e la sua passione ha voluto che il patrimonio culturale ebraico anche in Emilia Romagna fosse parte viva e singolare della nostra storia italiana


Infaticabile presenza nella vita della Comunità Ebraica cittadina, figura chiave nella difficile ricostruzione del dopoguerra, più volte Presidente della stessa Comunità bolognese dal '53 al '65, Eugenio Heiman è stato, negli ultimi 20 anni, la personalità ebraica maggiormente impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale ebraico della regione Emilia Romagna. Designato dalla Comunità Ebraica di Bologna a seguire, nel 1983, la prima campagna di censimento sul patrimonio regionale ebraico condotta dall'Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, presidente dal 1990 al 1999 del Comitato Organizzatore Jewish Culture Program, è colui il quale ha traghettato un pionieristico progetto di ricerca sul patrimonio ebraico regionale fino alla creazione del primo museo ebraico italiano a vocazione pubblica: il Museo Ebraico di Bologna.


Eugenio Heiman

è nato a Bologna il 10 marzo 1920. Nel 1938 consegue la maturità classica presso il liceo Minghetti.

La votazione è eccellente, tanto da guadagnargli l'ammissione alla Normale di Pisa. Nel frattempo però l'entrata in vigore delle leggi razziali gli preclude la possibilità di accedere alla prestigiosa università.

Nel '39 sostiene come privatista l'esame per conseguire il diploma in Ragioneria presso l'Istituto Marconi. Dopo la promulgazione delle Leggi razziali, i ragazzi ebrei non potevano frequentare le scuole pubbliche, ma potevano sostenere gli esami di diploma di secondo grado. I banchi dovevano però essere separati da quelli dei colleghi non ebrei. Il preside dell'Istituto, Prof. Bergomini, riservò comunque al giovane Eugenio un trattamento estremamente caloroso.

Fino all'8 settembre del '43 fu impiegato presso un commercialista.

Dopo l'8 settembre fuggì a Penne, in provincia di Pescara, con la madre e la sorella dove, con l'aiuto della figlia del segretario comunale, che si prestò a testimoniare sulla loro identità presso gli uffici anagrafici, visse sotto il falso nome di De Giovanni, risultando originario di Bari.

Il 6 dicembre '43 i tedeschi catturarono tutti gli uomini del paese. Insieme con gli altri Eugenio Heiman fu portato in piazza, al terzo piano della sede del Comune ma, conscio del pericolo che avrebbe corso se fosse stata scoperta la sua vera identità, fuggì scendendo lungo la grondaia dell'edificio. Rifugiatosi nel gabinetto dell'ufficio postale, fu scoperto dal Direttore, che lo conosceva e non lo denunciò. Fuggì in campagna e si rifugiò presso una famiglia di contadini che, all'oscuro delle sue origini ebraiche, gli offrì cordiale ospitalità. Dopo qualche tempo riuscì a far sapere alla famiglia cosa era successo. Cambiò rifugio due o tre volte.

Dopo la liberazione di Roma nel giugno del '44 si trasferisce nella Capitale, riprendendo la propria identità e nell'aprile '45, alla liberazione di Bologna, può finalmente far ritorno nella sua casa, che la proprietaria aveva tenuto a disposizione della famiglia Heiman e aveva cercato di preservare dai danni della guerra.

Durante il periodo della guerra e nell'immediato dopoguerra opera all'interno della DELASEM (Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei) per l'accoglienza di profughi e sopravvissuti ai campi nazisti, per la loro destinazione e per un ritorno alla vita normale.

Nel dopoguerra è tra i fautori della ricostruzione del Tempio di Bologna, distrutto durante il conflitto e inaugurato nel 1954. Dal '53 al '65 è più volte eletto Presidente della Comunità ebraica ed è quasi sempre membro del suo Consiglio. Nello stesso periodo è stato anche consigliere UCEI.

Dal 1983 al 1990 ha seguito tutte le attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale ebraico in Emilia-Romagna come rappresentante della Comunità, in stretto collegamento con l'IBC.

Dal 1990 al 1999 ha ricoperto la carica di Presidente del Jewish Cultural Program.

Dal 1999 al 2002 è stato Presidente della Fondazione Museo Ebraico di Bologna, che ha inglobato il Jewish Cultural Program.