"VIVI", ovvero il centro a portata di quattro ruote
Di prossima industrializzazione, il "Veicolo Innovativo per una Vita Indipendente" progettato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica è nato per rispondere alle esigenze di mobilità dei disabili in carrozzina.
Una piccola auto rossa, di quelle con la targa da motorino, esce silenziosa dal cortile di un palazzo. Si avvia ronzante per la strada, si insinua in un vicolo del centro, accede alla zona a traffico limitato e prosegue in un area pedonale. Infine parcheggia agilmente in un fazzoletto di strada. Abbiamo forse descritto il sogno di ogni automobilista stressato dal traffico? Molto di più, in realtà. Perché la nostra piccola auto rossa cela un segreto: a guidarla è una persona disabile seduta sulla sua carrozzina. Ciò di cui stiamo parlando infatti è "VIVI", il "Veicolo Innovativo per una Vita Indipendente" realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università di Bologna diretto dal prof. Luciano Simoni. L’unico prototipo attualmente esistente è stato realizzato, nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale "VEMAD", dal gruppo del prof. Domenico Casadei con il coordinamento del prof. Mario Rinaldi e la partecipazione attiva di aziende del settore. "VIVI" è un veicolo elettrico che cerca di andare incontro alle esigenze di mobilità dei disabili che non riescono autonomamente a raggiungere il posto di guida. Anzitutto con un innovativo sistema di salita a bordo, frutto di due anni di studi e test. Su VIVI infatti si sale da dietro, attraverso il portellone, senza scendere dalla carrozzina (purché questa disponga di seduta regolabile in altezza), percorrendo due rampe ad azionamento elettrico. Lo spazio necessario alla manovra è quello di una normale area di sosta. Una volta a bordo, la carrozzina va a posizionarsi direttamente davanti al volante (centrale sul cruscotto), saldamente ancorata al pianale da un gancio automatico, e al guidatore non resta che mettere in moto. Ma VIVI, che è stata pensata tenendo conto delle esigenze espresse dagli stessi rappresentanti dei disabili della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Bologna, ha anche altri vantaggi. Solo per citarne alcuni, monta un sistema di guida specifico per disabili, la si può guidare senza patente, il motore elettrico ad emissioni zero che la spinge le consente di superare qualunque restrizione al traffico e la sua struttura, compatta e leggera, ne garantisce la produzione e la commercializzazione a costi accessibili. E poi è graziosa, particolare che, se apparentemente può sembrare frivolo, significa invece molto per la dignità di chi andrà a guidarla.