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Valutazione Universitaria: a Bologna il Convegno Nazionale

Mentre a Roma Fini, uscito da un incontro con il Ministro Moratti e il Presidente Crui, indica nell’Università una delle priorità del governo per il 2004, a Bologna il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario commenta i risultati della ricerca compiuta nel biennio 2002/03.
Statua del cortile di Palazzo Poggi Nel corso del 2004 l’Università sarà ai primi posti nell’agenda del Governo, che intende verificare la possibilità di riattribuire allo Stato gli oneri derivanti dagli aumenti delle retribuzioni dei professori universitari. E’ questo uno degli orientamenti emersi dall’incontro che si è tenuto il 10 marzo, a Roma, tra il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, il Ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, e il Presidente della Crui, Piero Tosi. “Fini – ha dichiarato Giuseppe Valditara, responsabile dell’Ufficio Scuola e Università di An – ha ribadito il carattere strategico per il governo degli investimenti nel capitale umano e quindi in particolare nell’Università”. Ottimista all’uscita di Palazzo Chigi anche il commento di Tosi: “Un incontro interlocutorio ma molto positivo – ha affermato il Presidente della Conferenza dei Rettori - che ha consentito di verificare un ampio interesse per il progetto di programmazione, valutazione e finanziamento delle Università presentato dalla Crui”.

Proprio su questi temi – autonomia e valutazione del sistema universitario – sempre il 10 marzo si è tenuto a Bologna, organizzato da Ines Fabbro, Direttore Amministrativo dell’Alma Mater, un convegno nazionale  che ha ospitato la presentazione del nuovo numero della rivista Atenei, bimestrale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sul quale sono stati pubblicati e commentati i risultati dell’indagine compiuta per valutare i nostri istituti per l’istruzione superiore.

Dopo il saluto del Pro Rettore Vicario Luigi Busetto, Fabbro ha salutato la platea raccolta nella Sala VIII Centenario di via Zamboni 33 sottolineando le difficoltà dell’attuale congiuntura, simile in molti aspetti a quella del 1994: “Oggi come allora – ha chiarito Fabbro - molti dipartimenti sono paralizzati dall’impossibilità di stimare i propri bilanci”. Le colpe, quindi, sono in primo luogo esterne alle università, ma non solo, “perché - prosegue sempre Fabbro - troppo spesso abbiamo parlato di autonomia senza menzionare le responsabilità e senza menzionare le rinunce a cui l’economia obbliga in questi casi”. Evidenziando l’importanza del personale tecnico-amministrativo nel coniugare l’elaborazione delle linee programmatiche alla loro fattibilità tecnica-economica, la promotrice del convegno ha infine chiarito che la valutazione del sistema universitario appena conclusa dall’apposito Comitato Nazionale è un’ottima base per avviare la discussione sulla riforma del sistema stesso.

I contenuti di questa indagine sono stati riassunti dalla professoressa Anna Laura Trombetti, membro del Cnvsu - Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario. Dalla fotografia scattata al corpo studentesco, a quello docente e all’attività di ricerca, tre sono stati i punti principali emersi: il delinearsi di uno studente-lavoratore, non più impegnato solo da libri e lezioni; l’invecchiamento di docenti investiti di obblighi poco definiti; e un’attività di ricerca portata avanti principalmente da figure atipiche, come dottorandi, assegnisti e co.co.co.

“Dati per lo più prevedibili”, ha commentato Trombetti, sui quali Gianluca Fiorentini, economista dell’Università di Bologna, ha ricostruito da analista il ragionamento alla base dell’attuale politica di governo. “Economicamente – ha detto – non è più possibile combinare due obiettivi quali una rete didattica a cui tutti possano accedere a basso costo e centri di eccellenza in grado di produrre ricerca di qualità. Così gli economisti hanno suggerito di separare i due traguardi e l’esecutivo ha sottratto al Fondo di Finanziamento Ordinario per le università pubbliche il milione di euro per l’Istituto Tecnologico Italiano”.

Il ragionamento di Fiorentini, corroborato da dati e paralleli con il sistema britannico, ha acceso la sala. E ovviamente negli interventi successivi, tra cui si segnalano anche quelli dei Pro Rettori dell’Università di Bologna – Walter Tega e Guido Gambetta -  non sono mancate le reazioni. Sarcastica per esempio quella di Fiegna del Cnsvu, chiamato a spiegare gli indicatori statistici impiegati nell’analisi appena pubblicata: “Per me gli ideatori dell’ITI sono gli stessi che nel 1980 ebbero la brillante idea di creare l’anagrafe nazionale della ricerca. Qualcuno per caso ha più sentito parlare di quel progetto?”.