Il 12 dicembre 1901 Guglielmo Marconi realizzò la prima trasmissione radiofonica transoceanica. Fu un evento rivoluzionario per il settore delle telecomunicazioni, a tal punto che, nonostante lo scetticismo dei molti detrattori dell’epoca, la Regia Scuola d’Ingegneria dell’Università di Bologna decise di celebrare lo scienziato, non ancora trentenne e privo di qualsiasi diploma accademico, con una laurea ad honorem. Un riconoscimento di grande valore, attribuito però in maniera sbrigativa, perché gli impegni che Marconi aveva negli Stati Uniti costrinsero a ridurre al minimo il rituale di consegna del titolo avvenuto il 24 marzo 1904.
Per questo, oggi, esattamente a cento anni di distanza, l’Alma Mater ha deciso di rievocare quel giorno, usando, nella cerimonia che si terrà nell’aula Prodi di San Giovanni in Monte 2, gli onori che all’epoca non si poterono tributare. “Più si approfondisce lo studio dell’ingegneria dell’informazione – ha detto il Rettore Calzolari – più diventa evidente il contributo di Marconi. La nostra rievocazione scenica è quindi un gesto d’affetto che riproduce oggi quello che non poté essere allora. E per l’occasione vestiremo le toghe, i simboli dei più alti tributi in ambito accademico”.
Il prof. Gabriele Falciasecca, docente della Facoltà di Ingegneria e Presidente della Fondazione Marconi, sottolinea che il rituale procederà come se si fosse in presenza di Marconi. “Io stesso – dice – leggerò la laudatio, spiegando alla commissione le motivazioni del riconoscimento. E nel farlo, mi limiterò a citare i lavori che Marconi ha terminato prima del 1903, proprio come se fossimo ancora a quel 24 marzo 1904”.
La cerimonia procederà poi con l’attore bolognese Marco Betto, che impersonerà Marconi, recitando la lezione che tutti coloro a cui viene attribuita una laurea ad honorem tengono al momento della consegna del titolo.
Infine, sarà la voce dello scienziato bolognese a riempire l’aula grazie alle registrazioni dei ringraziamenti che Marconi lesse il secolo scorso.
La rievocazione è stata fortemente voluta dalla Facoltà di Ingegneria, “perché – spiega il Preside Guido Masetti – è giusto celebrare l’intuito degli allora colleghi della Regia Scuola d’Ingegneria, i quali, ignorando i detrattori e lo scarso peso del loro istituto, nato solo 25 anni prima, vollero subito premiare i risvolti applicativi dei lavori di Marconi, ingegnere che risolse problemi pratici usando conoscenze teoriche sistematizzate solo diversi decenni più tardi”. In effetti, le date confermano che il resto della comunità scientifica tardò molti anni a riconoscere i meriti di Marconi, che dovette attendere il 1909 per vincere il premio Nobel e addirittura il 1934 per conseguire dalla Facoltà di Fisica dell’Università di Bologna la laurea ad honorem in questa disciplina.