29 Aprile 2004
La corsa del topo
Editore:
Edizioni Pendragon
Prezzo:
14 euro
Un docente di diritto alle prese con il suo primo romanzo. Il professor Gianluca Gardini che insegna Diritto dividendosi tra l’Università di Pescara e di Chieti, e quella di Bologna è l’autore di questo giallo psicologico.
Il certo e l’incerto. Inizialmente era questo il titolo del romanzo, diventato poi per ragioni editoriali La corsa del topo.
Due i personaggi principali, con caratteristiche molto distanti tra loro: uno sicuro e l’altro tormentato. Due idealtitpi collegati seppure non uniti da una vicenda eversiva. Da un lato Matteo Distefani, ventottenne campione di scherma che dalla vita sa ottenere ciò che vuole ed è l’ultimo adepto di uno spietato gruppo terroristico, l’Assalto al cielo, che si propone il disarmante obiettivo di purificare il mondo dalle sue peggiori vergogne. Dall’altro un giovane magistrato, Francesco De Carolis, timido e insicuro quando si muove fuori dai confini del diritto e delle sue meticolose indagini.
E tutto attorno alla vicenda Bologna, con i suoi portici e le stradine strette del centro, le piazze, le chiese e quel clima particolare che contagia anche chi, come i due protagonisti, non è nato qui. Bologna che non sembra scomporsi più di tanto per quel che accade, abituata com’è a vedersi scorrere addosso un tempo lungo ormai quasi quanto l’eternità. E in questo clima chi è certo perde pezzi della sua certezza. Le storie dei due protagonisti scorrono parallele, si mescolano, si contaminano. Solo alla fine a causa di una donna arrivano a sfiorarsi.
“E’ vero che è in parte una storia gialla – afferma Gardini, stando attento a non svelare il finale – Ma definirei il romanzo piuttosto un giallo psicologico, visto che quello che mi interessava erano soprattutto le caratterizzazioni dei personaggi. E poi c’è Bologna, perché è la mia città ma anche perché qui il terrorismo è storicamente cresciuto da sempre, per via del fatto che c’è tanta gente di passaggio e nessuno fa caso a nulla. Nel mio romanzo il terrorismo è il fattore scatenante. Quello che mi permette di indagare due opposti non in situazioni normali, ma in situazioni estreme”.