Logo d'ateneo Unibo Magazine

Il Sol Levante sorge su Bologna

Fra palestre, fumetti, ristoranti sushi, centri di studio e massaggi shatsu, la cultura giapponese contagia la città. (a cura della Scuola Superiore di Giornalismo)
Disegno di una donna in abiti giapponesi tradizionali Nella nostra società, così sensibile alle mode, capita molto spesso che un fenomeno particolare attiri l'interesse magari anche di grandi masse di persone e rimanga in auge per un certo tempo. Il Giappone, così come le arti marziali, la filosofia e la cultura orientale in genere hanno attratto, specialmente negli anni '80, un vasto pubblico che in taluni casi si è avvicinato anche al buddismo, la religione per eccellenza dell'Oriente. Oggi sulla scia di importanti produzioni cinematografiche (come L'ultimo samurai con Tom Cruise o Kill Bill di Quentin Tarantino), che provengono dal motore della cultura occidentale - gli Stati Uniti d'America - assistiamo ad un certo ritorno d'interesse verso il Sol Levante, un universo di valori e di esperienze per certi versi così distante dal nostro. Forse nella maggioranza dei casi si può parlare di passioni fugaci e alquanto superficiali, eppure anche in Italia, anche nella nostra Bologna, c'è chi crede fermamente nelle discipline che provengono dal Giappone e in ciò che questa cultura rappresenta con i suoi tesori di saggezza.

Sono molte le palestre in cui vengono praticate le arti marziali e non mancano anche i luoghi che si propongono di fare vivere ai nostri concittadini e connazionali un percorso per cercare di raggiungere l'armonia della mente con il corpo e della persona nella sua pienezza con lo spirito dell'universo. Insieme a queste esperienze "forti" si possono citare negozi di abbigliamento orientale, centri di benessere dove vengono utilizzati rimedi tradizionali e massaggi shiatsu, oltre a ristoranti tipici giapponesi, fra i quali il primo e più noto è il "Sushi Café Kappa" di piazza Malpighi. Inoltre il fumetto giapponese (il "manga") ha nel capoluogo emiliano un fondamentale centro di diffusione, dato che qui è nata Granata Press, la prima casa editrice che ha pubblicato questo prodotto, e che qui lavorano da sempre i Kappa Boys, un piccolo team di giovani dalle cui mani è passata la maggior parte dei manga editati in Italia.

Se l'influenza della cultura nipponica si fa certamente sentire, suscita invece una certa curiosità l'atteggiamento della comunità giapponese nel nostro Paese. "Differentemente dalla popolazione di origine cinese, che tende a costituire un gruppo omogeneo e abbastanza impenetrabile in ogni città, i Giapponesi - spiega il professor Toshiaki Takeshita, docente di lingua e letteratura giapponese all'università di Bologna - preferiscono mescolarsi nella società nella quale si trovano a vivere". In effetti il Sol Levante ha ormai una certa consuetudine con l'occidente, almeno da sessant'anni a questa parte, quando l'esercito americano guidato dal generale Douglas Mac Arthur ha piegato il Paese durante la seconda guerra mondiale e lo ha modificato culturalmente. "Gli Stati Uniti prima e un nuovo modello di educazione scolastica poi - ironizza Takeshita - hanno contribuito ha fondere lo spirito d'acciaio caratteristico del Giappone, facendolo diventare come lo stracchino!". Infatti, ammette il professore, la nazione tradizionale delle arti marziali, dei samurai e del bushido (la via, il codice d'onore dei nobili guerrieri) che in Europa conosciamo non esiste più, se non nelle rievocazioni storiche, letterarie o cinematografiche. Ma nemmeno lo stereotipo di un mondo iper-tecnologico e proiettato solo nel futuro regge ad un'attenta analisi critica. "La televisione non fa spesso un bel servizio al mio Paese - afferma Takeshita - e trasmette una visione distorta del Giappone. Come sempre la verità sta nel mezzo: oggi la nazione è proiettata sul suo presente, ha assunto uno stile di vita occidentale e cresce una gioventù che in larga parte ha perso la propria memoria storica e non è particolarmente interessata a riscoprire le proprie radici culturali".