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Copertina del libro La Casa del Mugnaio

La casa del Mugnaio

Autore: Giuseppina La Face Bianconi

Editore: Olschki

Ascolto e interpretazione dello Schone Mullerin: dai versi di Muller alle note di Schubert per capire la rappresentazione musicale di un'esperienza psichica depressiva.
Il poeta tedesco Wilhel Muller nel suo Shone Mullerin racconta in chiave lirica la storia di un garzone che, respinto dalla bella mugnaia, si ingelosisce a tal punto del cacciatore che la corteggia da arrivare al suicidio. Un dramma che Franz Schubert riprende, abbozzando con i suoi lieder una rappresentazione musicale della psicosi vissuta dal protagonista.
E' questa la genesi dell'opera musicale che Giuseppina La Face Bianconi, musicologa dell'Università di Bologna, interpreta criticamente in "La casa del Mugnaio", un saggio diventato libro per aprirsi alla varietà di approcci e discipline chiamate in causa nell'analisi dei suoni schubertiani.

"Sono convinta - scrive infatti La Face nell'introduzione - che nell'interpretazione critica dello Schone Mullerin sia importante la considerazione di tutti e quattro gli ordini di fattori che ho sommariamente riepilogato: sentimento romantico della natura, relazione con la biografia dell'autore, persistenza della forma strofica, questione del ciclo". Tutte le rotte cardine della critica musicale, ma non solo, perché, prosegue La Face, lo Shone Mullerin  è anche e soprattutto "la rappresentazione, svolta in forma di monodramma canoro, di un processo psichico". Ecco allora che la musicologia non basta più e occorre mettere in gioco la psicologia, la psichiatria e le esperienze dirette di questi mali avute da Schubert. Quest'ultimo infatti non poteva all'epoca conoscere a livello teorico ciò che per noi, successivi a Freud, è ovvio sul male della mente.

Questa analisi corale procede tracciando i suoi percorsi trasversalmente ai singoli lieder, muovendosi avanti e indietro per cogliere quel gioco di rimandi che i critici dell'epoca subito percepirono ed elogiarono. Le singole parti dell'opera però non vengono trascurate e anzi ognuna di esse gode di un eguale spazio per prestare fedeltà all'ordinamento delle occorrenze disegnato dal compositore.

Il testo, edito da Olschki e frutto di una ricerca compiuta al Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna, grazie ai finanziamenti dell'Ateneo felsineo e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, è completato nelle Appendici conclusive dai testi e dalle musiche dello Schone Mullerin.