27 Gennaio 2005
Giovani, lavoro e significati
Autore:
Giorgio Gosetti
Editore:
Franco Angeli
Prezzo:
24 euro
Quali sono i significati che le nuove generazioni attribuiscono alle loro esperienze professionali? A questa domanda risponde il libro di Giorgio Gosetti che, cercando di comprendere la complessità di un contesto sempre più instabile e frammentato, affianca un quadro teorico della letteratura sul tema a un'analisi empirica di un'indagine condotta a Trento e Bologna.
I media, la famiglia, gli amici, i colleghi: sono molti i soggetti che parlano di lavoro, di un contesto che le dinamiche di sviluppo sociale ed economico tendono a rendere più instabile, più frammentato, più flessibile. Sfuma l'idea di un posto, in cui ci si radica, e prende forza quella di percorso, che si attraversa temporaneamente, a volte caoticamente. A esso i giovani non attribuiscono un significato, ma una molteplicità di significati. Un plurale necessario, perché questi giovani, che studiano, lavorano, provengono da contesti familiari differenti e collocano il lavoro entro prospettive esistenziali proprie, proiettano sul lavoro prospettive multiple, oscillanti tra la volontà di crescita professionale, il desiderio di autonomia e la brama di sicurezza. Un insieme di definizioni che è al centro di "Giovani, lavoro e significati", il testo che Giorgio Gosetti ha curato all'interno di Sociologia del lavoro/Teorie e ricerche, la recente collana editoriale diretta da Michele La Rosa per esplorare le problematiche del lavoro nelle società postindustriali.
Il testo, pubblicato nel 2004 per Franco Angeli, unisce panoramica teorica e ricerca empirica. La prima parte delinea in quattro capitoli il quadro sociologico di riferimento, partendo dalla definizione dei concetti generali di "senso e significato" e approdando al riesame dei significati attribuiti al lavoro dalla letteratura sociologica e in particolare dalle ricerche compiute sull'universo giovanile. Uno scenario da cui la seconda parte del libro prende spunto per inserire i contributi originali maturati a seguito di una ricerca empirica condotta raccogliendo interviste biografiche tra i giovani delle città di Trento e Bologna: nei cinque capitoli che si susseguono sono commentati i motivi della scelta del contesto, gli orientamenti metodologici adottati e i risultati ottenuti, ovvero i significati attribuiti al lavoro, le loro modalità di elaborazione e i fattori condizionanti di questa esperienza di costruzione sociale di senso.
Al paragrafo 4.4 è stilata una lunga tipologia degli orientamenti interpretativi dei giovani verso il lavoro, un elenco composto da dodici voci, che Gosetti così riassume nell'introduzione: "Si è rilevato come le aggregazioni di significato individuate, considerate nei termini di una sorta di costellazione, si distribuiscano su uno spazio tridimensionale, costruito mettendo in relazione tre polarizzazioni: orientamento strumentale versus orientamento espressivo; orientamento alla sicurezza e alla stabilità versus orientamento al dinamismo e alla flessibilità; orientamento individualistico versus orientamento comunitaristico".
Declinando queste linee generali e circoscrivendone i fattori determinanti, il testo procede delineando non un quadro dell'attuale sistema lavorativo ma gli estremi della cornici interpretative al cui interno i soggetti collocano le proprie esperienze professionali, perché, come recita una citazione di Pavese all'inizio della prima parte, "non è che accadano a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso - vale a dire, un destino".