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Fusion-Wa, l'attrazione della ceramica

Tradizione italiana e giapponese si fondono nella ceramica.
Una delle opere di Tomo Hirai

La mostra personale del ceramista Tomo Hirai allestita presso il Museo Civico Archeologico di Bologna e inaugurata il 25 giugno scorso alla presenza del Capo Ufficio Culturale dell'Ambascita del Giappone, dott. Yano Kazuhiko, è stata prorogata fino a domenica 24 luglio 2005.

Le opere di Tomo Hirai, attivo da oltre 30 anni tra Italia e Giappone, giungono a una perfetta armonizzazione e fusione tra le tradizioni, non solo ceramiche, italiana e giapponese. La freschezza e l'originalità del suo lavoro, però, trascendono entrambi questi contesti culturali di riferimento dando luogo ad uno stile assolutamente unico e personale. L'acquisizione tecnica e formale della maiolica nostrana e faentina in particolare si riconfigura attraverso un'emozione tutta giapponese di inusitati cromatismi, equilibri asimmetrici, stupende imperfezioni e "non finiti" che aprono a paesaggi estetici di marcato segno nipponico. Le ceramiche di Tomo Hirai sono audaci, mai neutrali, spesso capaci di provocare e stimolare piuttosto che indurre alla calma e all'introspezione. Tutto questo è Fusion-Wa. L'attrazione della ceramica, in cui il termine Wa, nelle sue possibili varianti ideografiche, può indicare pace, armonia, anello, cerchio ma, ancor più significativamente, legame e anche Giappone.

La mostra, nell'ambito del festival di cultura giapponese Nipponica 2005 Bologna, è stata possibile grazie alla collaborazione del Museo Civico Archeologico di Bologna e al prezioso contributo di Toyota Italia.