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Vivere ecologico, vivere economico

Compie un anno di vita il protocollo di Kyoto e gli stati faticano ad adeguarsi. Ma cosa può fare il cittadino nel suo piccolo? A Bologna e Ozzano sono nate le case biocompatibili: dalle fondamenta che traspirano, al tetto con pannelli solari. E il rispetto per l'ambiente aiuta anche il portafoglio. (a cura della Scuola Superiore di Giornalismo)
Pannelli Solari

C’è un po’ di filosofia orientale, quella del Feng Shui, e un ritorno alle nostre origini, dai Nuraghe sardi ai sassi di Matera, ma la vera caratteristica dell’edilizia sostenibile è il giusto rapporto con i fattori bioclimatici. Il sole, il vento, l’acqua e il suono entrano nelle "bio-case" interagendo con esse e con le persone che vi abitano, attraverso pannelli solari o fotovoltaici, materiali ecologici e un uso corretto dello spazio. Tutto ciò può sembrare ancora lontano, teorizzato sui libri di architettura avveniristica, ma in realtà è molto più vicino di quanto sembra, ad Ozzano Emilia.

A pochi chilometri da Bologna la cooperativa Murri ha realizzato uno dei primi progetti in Italia di bio-edilizia, con un approccio scientifico, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Alma Mater.

Il lavoro di studio è iniziato con l’analisi del territorio, per sfruttarne le potenzialità: i venti prevalenti, il suolo e il sottosuolo e le condizioni di soleggiamento, per orientare l’edificio. In fase di costruzione sono stati scelti materiali ecologici: mattoni faccia a vista per l’esterno e pannelli isolanti di lana di legno per garantire la permeabilità anche al vapore. Le bio-case hanno un tetto coperto da pannelli solari, che servono a preriscaldare l’acqua utilizzata dalla caldaia; sulle pareti delle scale sono stati installati pannelli fotovoltaici per produrre l’energia elettrica necessaria ad illuminare le parti comuni. La centrale termica è unica per l’intero edificio, ma con un conta-calorie all’interno di ogni abitazione. Per non sprecare la preziosa risorsa idrica è stato pensato un sistema di raccolta delle acque piovane da utilizzare, dopo la depurazione, per i servizi igienici, gli elettrodomestici e per l’irrigazione. L’impianto elettrico infine ha una distribuzione a stella, per non alterare il campo magnetico naturale. L’intero complesso è stato poi costruito in modo da ricreare la tipica struttura a corte, o a borgo, caratteristica del territorio bolognese.

Ma bio-edilizia non è solo Ozzano, la stessa cooperativa Murri ha realizzato e sta realizzando altri progetti di questo tipo in diverse zone di Bologna, in viale Lenin e in via Masia, applicando le soluzioni di bioarchitettura previste dal "Brick", il piano elaborato dai tecnici e dall’assessorato alla Casa del Comune. E così anche altre cooperative di costruzione, Ansaloni e Copalc, e diverse imprese private, si sono avvicinate recentemente all’universo dell’edilizia sostenibile.