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Europa, le cause di una disaffezione

Franco Frattini, Fabio Alberto Roversi Monaco, Paolo Mengozzi hanno animato una tavola rotonda dedicata alla crescente disaffezione verso la comunità europea.
franco frattini

"Perché l’Europa è assente nel dibattito italiano?". Con quest’interrogativo, posto dall’editorialista di "La Repubblica" Paolo Garimberti, si è aperta ieri la tavola rotonda in Santa Lucia che ha concluso il ciclo di incontri "Gli intellettuali e l’Europa". Attorno al tavolo, moderato dal Rettore dell’Università di Bologna Pier Ugo Calzolari e dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Fabio Alberto Roversi Monaco, l’onorevole Franco Frattini, vice presidente della commissione europea, e il Prof. Paolo Mengozzi, giudice presso la corte di giustizia delle comunità europee di Lussemburgo. Insieme per riflettere col pubblico sulla forte crisi di fiducia della pubblica opinione nei confronti dello sviluppo della nuova Europa e del suo ruolo nella politica nazionale degli Stati membri.

"L’Europa – ha esordito Frattini - stenta a cambiare quella sua immagine di élite lontana dai problemi quotidiani della gente e siamo portati a dare per scontato i vantaggi acquisiti grazie all’Unione Europea.  La disaffezione crescente dei giovani nel ritenere l’Europa un valore aggiunto è dovuta all’incapacità di sostituire le paure dei cittadini con il rilancio di una strategia che i Padri fondatori hanno creato dando un sogno alla gente. Bisogna fare i conti con la crisi dei modelli sociali, occorre contrapporre a tutto ciò un sogno, un ideale europeo". Il Vice Presidente della Commissione Europea posto un accento particolare sulla mancanza di comunicazione dei risultati favorevoli ottenuti dalla Comunità europea: mancanza da cui deriva la sfiducia della gente e la convinzione diffusa di dover accettare le decisioni burocratiche di Bruxelles senza potersi esprimere. "Se il cittadino ha delle paure o incertezze – ha dunque concluso Frattini - il governo deve dare spiegazioni".

Il tema della disaffezione dell’opinione pubblica verso l’Europa è stato toccato anche da Mengozzi e da Calzolari. Il primo si è concentrato sui problemi della giustizia, mentre il secondo ha chiamato in causa le nuove generazioni. "I giudici comunitari – ha affermato Mengozzi - sono strumento per l’evoluzione civile della comunità europea nella quale, nonostante le crisi, noi tutti ci riconosciamo". "L’incertezza e la delusione – ha poi proseguito Calzolari - sono i sentimenti prevalenti tra i giovani forse a causa dell’evidente incapacità nel tenere il passo con gli Stati Uniti e nell’arginare i conflitti etnici, eppure è forte la consapevolezza dell’impossibilità di prescindere dall’unificazione europea".

In questo contesto l’Università si candida a essere uno strumento di coesione. A partire dal già consolidato programma Erasmus. "E’ in atto – ha continuato il Rettore - una costruzione lenta, ma efficace, di una nuova classe preparata di giovani grazie anche ai collegamenti tra le Università".

"Solo in questo modo – ha infine concluso Calzolari - si riuscirà a diffondere in loro quella fede nel sogno europeo che era stata propria dei Padri fondatori".