Logo d'ateneo Unibo Magazine

Marco Guidi e la sua Asia

Sulle tracce di Marco Polo, lo scrittore e giornalista del Messaggero racconta il suo punto di vista sul continente. A presentare in Ateneo la pubblicazione, "Asia, asia, asia", venerdì 5 maggio, ci saranno, oltre all’autore, il Rettore Pier Ugo Calzolari, Valerio Massimo Manfredi, Angelo Panebianco e Gianni Sofri.
cartina asia

C’è un male psicologico che sembra quasi fisico quando sei costretto a staccarti da qualcosa che ti è entrato dentro per davvero. Il mal Africa per esempio. Ma leggendo i due libricini dal titolo Asia, Asia, Asia di Marco Guidi, insegnante di storia antica, scrittore, giornalista, inviato di guerra del Messaggero, ci si convince che esiste anche un mal d’Asia. "E’ facile perdersi in Asia, ma è impossibile ritrovarsi se non in Asia". L’Asia allo stesso tempo ignoto e strada obbligata.

Quali similitudini e quali differenze tra il suo mal d’Asia e il mal d’Africa? "Da una parte c’è la natura e dall’altra la cultura. L’Africa rappresenta, e soprattutto rappresentava per gli uomini del XIX e XX secolo, il ritorno alla dimensione della natura. L’Asia (e da Ginzburg in poi sono parecchi a sostenerlo) rappresenta l’origine della nostra cultura. Il mal d’Asia è la nostalgia di una cultura che abbiamo dentro".

Ma Asia è un concetto talmente eterogeneo. Se ne può parlare al singolare? 

"Esistono degli elementi di distacco e altri di unificazione. Racconto un episodio nella parte finale del secondo libro, quello della scoperta di una frontiera. La frontiera tra i popoli del grano e quelli del riso. Quelli di qua, siano essi iraniani o afgani, sono la stessa gente, sono i popoli del grano. Oltre c'è il riso. E poi ci sono figure come quelle di Alessandro il Bicorne, come lo chiamano nel mondo islamico, da cui, ad esempio, gli afgani affermano di discendere".

Questa è l’Asia che attira come una madre. Ma ce n’è un’altra, che lei descrive, che è quella che ti spaventa come una tigre.
"Il mio primo approccio con l’Asia è stato da studente universitario, povero e giovane. E poi l’Asia è sterminata. È un vento vorticoso che solleva mulinelli lontani. Basti pensare che la sola Turchia, una delle porte dell’Asia, è quasi 800 mila km quadrati, due volte e mezzo l’Italia".

E la Cina? Si sente dire spesso che la Cina ci mangerà tutti…
"La Cina è altra. Altra anche da se stessa. I suoi abitanti ad esempio. Un miliardo e trecentomila. Ma se sono 300 mila quelli approdati al mondo dei consumi, il resto vive la Cina rurale, che è un mondo fermo a 4 secoli fa. E’ altissimo ad esempio il numero dei suicidi dei contadini che passano ad una realtà urbanizzata, perché è enorme il salto culturale. Poi c’è il sindacato, che lì ha la funzione di tenere a freno i lavoratori e non di promuoverne i diritti. Insomma, la Cina è contemporaneamente  una minaccia e una scommessa. Perché se il mercato cinese crolla gli effetti si sentirebbero ovunque. Ma anche se decolla, basti pensare alle risorse energetiche che vanno ridistribuite e all’inquinamento. Una scommessa che si deciderà da qui a 20 anni.."

L’appuntamento per sentir parlare di Asia da Marco Guidi e dagli altri ospiti presenti al dibattito è per venerdì 5 maggio alle 18 nell’Aula Magna del Ciamician, in via Selmi 2.

L’incontro è organizzato da Unibocultura in collaborazione con l'Editore, 'Ogni uomo è tutti gli uomini'.