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Dai brevetti nuove risorse per la ricerca

L’Area della ricerca dell’Ateneo è al lavoro per costruire un circuito virtuoso nel quale i brevetti diventino strumenti per produrre nuove risorse da impiegare in nuove ricerche.
Dollaro modellato a forma di aeroplano

Dopo l’edizione inaugurale del marzo dell’anno scorso, alla quale parteciparono 150 espositori e 15000 visitatori, i prossimi 11 e 12 maggio torna alla Fiera di Bologna Research to Business, la rassegna ideata per far dialogare il mondo dell’impresa con il mondo della ricerca pubblica e privata. La fiera sarà una finestra per il KTO, il Knowledge Transfer Office dell’Università di Bologna, la struttura che è stata creata per valorizzare le ricerche compiute nei Dipartimenti dell’Ateneo.

Alla Research To Business l’Ateneo e i suoi docenti saranno protagonisti in quattro settori: biotecnologie, nanotecnologie-nuovi materiali, energia e ambiente, e alta tecnologia meccanica. Venti complessivamente i prototipi e i progetti di ricerca in stadio avanzato che saranno presentati al pubblico imprenditoriale: dal tutore ortopedici ai metodi innovativi per l’alimentazione dei propulsori.

Il Kto agisce in stretto contatto con l’Ufficio per la protezione della proprietà intellettuale. Le due strutture, afferenti all’Area della ricerca dell’Ateneo, puntano infatti a tutelare le idee nate con la ricerca in modo che il loro utilizzo da parte del mercato possa garantire un ritorno all’Università e diventare un potente canale per il finanziamento di nuovi progetti.

Nuovi contatti e nuove forme di partnership con soggetti privati sono già state concluse. Ne è un esempio l’accordo stipulato tra un’impresa del milanese e il Dipartimento di protezione e valorizzazione agroalimentare della Facoltà di Agraria. I loro sforzi congiunti, portati avanti all’interno di un progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna, sono coronati con la messa a punto di un metodo per il tracciamento biologico e attualmente sono in via di definizione le ultime clausole per depositare un brevetto con contitolarità.

"Questo – concludono al Kto – è solo uno dei tanti esempi di collaborazioni nate tra l’Università e il mondo delle imprese. Collaborazioni che possono tradursi in progetti di ricerca finalizzati alle esigenze delle impresa o in progetti di ricerca tesi al raggiungimento di obiettivi comuni".