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Vado a scuola in Mozambico

Alla Facoltà di Scienze della Formazione un seminario nazionale su un progetto di gemellaggio tra scuole mobazambicane e italiane.

Nafamba Xikolwene: in changana, una lingua locale del Mozambico, significa "Vado a scuola". È  questo il nome che la Cooperazione italiana e l’Ambasciata d’Italia in Mozambico hanno scelto, nel 2002, per il  "Programma di rafforzamento e sostegno didattico alle scuole mozambicane attraverso il gemellaggio con le scuole italiane". Si tratta di un progetto educativo e di  conoscenza reciproca che coinvolge già ventidue scuole di entrambi i Paesi e che consente a molti studenti e ragazzi mozambicani di beneficiare di piccole azioni di solidarietà promosse dalle scuole italiane ed integrate dai finanziamenti governativi.

Il gemellaggio è un’opportunità per garantire un’esistenza più degna e più giusta agli studenti mozambicani, che vivono in condizioni difficili e che provengono da una storia di guerra. Ma è un’opportunità straordinaria anche per gli studenti italiani, impegnati su un progetto comune in cui non ci si confronta solo con la diversità culturale, ma anche con la disparità economica e sociale. Al fondo, c’è la volontà di stabilire rapporti di amicizia, di solidarietà e di scambi didattici e culturali tra le scuole coinvolte nei due paesi. A questo proposito, sono stati proposti dei percorsi didattici su tematiche attuali come l’acqua, l’ambiente, i diritti umani, nei quali gli studenti ed i professori analizzano e apprendono contesti, situazioni, informazioni della propria realtà, e di quella del Paese gemellato.

Attraverso la creazione di disegni, racconti, temi, video che illustrano la loro maniera di giocare e danzare, i ragazzi dei due continenti si scambiano informazioni e aspetti della loro cultura. A questo spirito appartiene anche l’idea della biblioteca itinerante, un'iniziativa che prevede la circolazione di un mini-patrimonio di libri di letteratura per bambini ed adolescenti, integrato da dizionari e Atlanti geografici, trasportati in classe che circolano per le scuole mozambicane gemellate. Si tratta di un patrimonio librario unico, diviso in pacchetti per facilitarne il trasporto, gestito e finanziato interamente dalle scuole mozambicane.

Ma c’è anche la vita scolastica di tutti i giorni. Le condizioni in cui gli studenti mozambicani sono costretti a lavorare sono molto difficili. Le aule, quando ci sono, risultano insufficienti e costringono i ragazzi a frequentare la scuola su diversi turni, fino a sera. In molti altri casi non è neppure presente una struttura e i ragazzi seguono le lezioni sotto un albero, appoggiando i quaderni sulle ginocchia, stando seduti per terra. Per questa ragione una parte dei fondi recuperati è destinata all’acquisto di  materiale scolastico, fornitura di banchi, attrezzature informatiche, per lo sport ed il gioco.

Luigi Guerra, docente del dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna,  si è occupato del progetto e delle sue valenze educative: "La forza del gemellaggio è la spinta alla responsabilizzazione diretta degli insegnanti. Lo scambio e la conoscenza non avviene attraverso le solite vie burocratiche, ma i contenuti del progetto di gemellaggio diventano parte integrante della didattica degli insegnanti".  Una inversione dell’idea di solidarietà e di cooperazione che viene dal basso  e coinvolge soggetti che solitamente ne sono esclusi. "E poi – continua il prof. Guerra - Nafamba Xikolwene ha il merito di internazionalizzare sul serio l’insegnamento e l’apprendimento degli studenti nelle scuole gemellate. L’incontro con le altre culture solitamente avviene tra i bambini italiani e i loro compagni stranieri immigrati, che frequentano la scuola italiana. Questa volta il contatto è tra studenti che vivono nel loro paese e nelle loro comunità: un rapporto alla pari".

Questi temi saranno al centro di un seminario di studio nazionale, che porta lo stesso titolo del progetto di gemellaggio,  promosso ed organizzato dalla Cooperazione Italiana e l’Ambasciata d’Italia in Mozambico, con il patrocinio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna.
L’iniziativa, prevista per sabato 6 e domenica 7 maggio 2006  presso la Facoltà di Scienze della Formazione (via Filippo Re, 6) sottolineerà i risultati raggiunti e le cose fatte, ma soprattutto le prospettive di crescita e allargamento che il progetto ha per i prossimi anni.

I lavori del seminario saranno aperti da Samanta Musarò,  dai saluti del prof. Franco Frabboni, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna e dal prof. Roberto Grandi, Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Alma Mater. Numerosi gli ospiti, amministratori locali, tra cui Walter Veltroni, sindaco di Roma e Sergio Cofferati, primo cittadino di Bologna, e gli interventi degli esperti. Parteciperanno all’iniziativa, in videoconferenza da Maputo, anche l’Ambasciatore italiano in Mozambico, Guido Larcher, e il Direttore della Cooperazione italiana in Mozambico, Alberto Bortolon.