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Prima in Italia l'Università di Bologna si dota di un codice etico anti-abusi.

La notizia, apparsa oggi tra l'altro sul Corriere della Sera, anticipa i contenuti del documento approvato a luglio dagli organi accademici.
Palazzo Poggi

Il documento, fortemente voluto dal Rettore Pier Ugo Calzolari, redatto in sei mesi da un'apposita commissione, sancisce regole di comportamento contro discriminazioni e abusi.

D'ora in avanti professori, ricercatori e personale rischiano richiami e persino sanzioni disciplinari se "assumono atteggiamenti o fanno uso di espressioni verbali aventi per oggetto la sfera sessuale". Oppure accettano "doni e benefici" perchè "potrebbero influenzare, anche indirettamente, lo svolgimento delle attività universitarie".


Oltre alle sfera sessuale, alla libertà accademica e al plagio sono menzionati il conflitto di interessi, il nepotismo, i favoritismi.

Tra le regole scritte nel documento c'è anche  quella di rendere noti "metodologia, risultati, integrità e impatto etico delle ricerche".

"Il documento, che si ispira ad analoghe esperienze già sperimentate nel mondo anglosassone, nasce però anche dall'osservazione di quanto accade in Italia", è stato il commento del Pro Rettore Guido Gambetta, raccolto dal cronista del Corriere della Sera. E il Rettore Calzolari, da parte sua, ci tiene a sottolineare che il "Codice si ispira ai valori fondamentali della Costituzione italiana e della Magna Charta Universitatum".

Prossimo passo sarà la nomina di una Commissione etica. Un organo con funzioni consultive e di controllo e che potrà anche proporre azioni disciplinari agli organi competenti. Nonchè, al contrario, favorire la risoluzione amichevole delle controversie.