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Copertina del libro Società Medica Chirurgica Bononiensis

Società Medica Chirurgica Bononiensis

Autore: Stefano Arieti (a cura di)

Editore: Clueb

In italiano e in inglese la storia della società scientifica italiana più antica in ambito medico. Due secoli di evoluzione della medicina e di intrecci con le vicende politiche e sociali di Bologna.

La Società Medica Chirugica fu la prima società scientifica italiana in ambito medico. Nacque nel 1802 in risposta a profondi mutamenti strutturali nel mondo della medicina. Da un lato scomparivano alcune patologie, come la peste narrata da Alessandro Manzoni, e dall’altro nuovi morbi, come la tubercolosi e la febbre gialla, bussavano alle porte della città. I medici sentirono la necessità di aumentare lo scambio di conoscenze sia a livello locale che internazionale. Iniziarono così alcune riunioni informali nella casa di Matteo Venturoli, situata in via delle Veterinarie 3122, l’attuale via Acri

I duecento anni trascorsi da quei primi incontri a oggi sono la storia raccontata da Societas Medica Chirurgica Bononiensis, il volume curato dallo storico Stefano Arieti e tradotto in inglese da Sylvia Adrian Notini. Il saggio è un tributo a due secoli di evoluzione scientifica della medicina, "ma – come scrive il prof. Ruggero Bazzocchi nell’introduzione – mette anche in rilevo l’importanza dell’opera svolta dalla comunità scientifica bolognese nel governo e nell’applicazione sociale e cittadina dell’arte medica".

Le pagine più intense del libro sono quelle che descrivono l’impegno della Società Medica Chirurgica in difesa della salute cittadina. La filantropia dei medici verso i propri concittadini si manifestò con iniziative tese a vaccinare la popolazione e con battaglie politiche per depurare le acque del canale Navile, inquinato dallo zuccherificio operante nella zona di Corticella.

Nelle pagine non mancano inoltre accenni ai delicati incroci tra la storia della scienza e gli eventi drammatici che investirono il paese nella prima metà del Novecento. I momenti più caldi furono forse due: le epurazioni di soci conseguenti alle leggi razziali del ’38 e poi, il 29 gennaio del 1944, la distruzione del Teatro Anatomico, del Cubiculum Artistarum e del Cubilucum Iuristarum provocata dai bombardamenti.

Parentesi difficili che però non interruppero mai del tutto l’attività scientifica. Una costanza di cui si trovano tuttora molte tracce: nel Bullettino delle Scienze Medico, il periodico edito dal 1829, e nei tanti manoscritti che nobilitano la biblioteca, rendendola la collezione più importante nel periodo compreso tra il 1830 e il 1950. L’esempio più celebre "è – scrive Arieti a pag. 44 – una copia della fine del XIV secolo o inizio del XV secolo dell’Anatomia di Mondino de’ Liuzzi". Un testo sulla cui provenienza perdura il mistero: "Poco o nulla si sa- scrive ancora Arieti – di come questo manoscritto sia pervenuto alla Società".

Il volume è stato edito da Clueb nel 2004 con il contributo della Fondazione del Monte.