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Lettera del Rettore Calzolari a tutto il Personale

Il Rettore entra nello specifico della criticità della situazione finanziaria relativa alle università e informa sulle disponibilità di budget di Facoltà e sulle misure per fronteggiare l'emergenza. Anticipa inoltre l'apertura di un dibattito interno all'Ateneo che prenderà vita, nei prossimi giorni, proprio sulle pagine del Magazine.
Rettore

Care Colleghe e cari Colleghi,

la criticità della situazione finanziaria delle università italiane - e dunque anche del nostro ateneo - va affrontata con grande senso di responsabilità, conoscenza reale del problema, coraggio e spirito di cooperazione. A nulla serve saettare sentenze senza aspettare di conoscere i termini del problema od avendo dimenticato le premesse alla discussione del bilancio di previsione 2007 e le valutazioni sintetiche fatte nella stessa apertura dell’Anno Accademico.

Entro nella questione informando tutti voi sulla disponibilità dei punti di budget delle Facoltà.

1. Budget di Facoltà

Come è già stato ripetutamente dichiarato in Senato rimane nella disponibilità delle Facoltà quanto fu già autorizzato dal Consiglio di Amministrazione. Più precisamente: le Facoltà che non abbiano ancora assunto decisioni circa i punti disponibili entro il 31 maggio 2006 e già autorizzati dal CdA possono procedere alla loro utilizzazione in base alle rispettive programmazioni. I punti residui in questo contingente non sono molti (12,82 punti), ma nemmeno trascurabili poiché equivalgono a 25 posti di ricercatore. Nel bilancio 2007 è stata prevista la copertura finanziaria a partire dal 1° ottobre 2007.

Le Facoltà potranno impegnare questi punti in tre modi:
1. richiesta di bando per concorso per ricercatore,
2. chiamate di professori idonei,
3. richieste di bando per valutazioni comparative riguardanti posizioni di professori di 1° o 2° fascia.

Ricordo che mentre per le operazioni 1. e 2. l’iter può procedere immediatamente, con una decisione definitiva del SA alla fine di febbraio, le operazioni di cui al punto 3. devono attendere il decreto ministeriale che riaprirà i bandi.

2. Gli antecedenti del bilancio 2007

Vengo ora alle questioni di prospettiva. Dovrò affliggervi con qualche numero, ma è indispensabile che i principali elementi della questione finanziaria dell’ateneo siano ben chiari a tutti.

Comincio dalla voce di spesa di maggior peso: quella del personale. Da quattro anni gli aumenti annuali del personale docente e ricercatore, che in precedenza il MUR ripianava con appositi trasferimenti, sono stati accollati pressoché interamente al bilancio dell’ateneo. Se accanto a questo si considerano gli incrementi di carriera, ancora del personale docente e ricercatore (globalmente le due voci corrispondono ad un incremento di 50,1 M€ nel periodo 2003-6), e l’incremento del costo fisso del personale tecnico e amministrativo (26,6 M€ nell’arco 2003-6), si arriva a concludere che nel quadriennio 2003-2006 l’aumento globale del costo del nostro personale è stato pari a 76,7 M€. Poiché a titolo di copertura parziale dei maggiori oneri di personale per quegli stessi anni l’assegnazione ministeriale è stata pari a 27,6 M€, si conclude che il bilancio dell’ateneo ha dovuto assorbire direttamente ben 49,1 M€: l’equivalente di circa 1000 posti di ricercatore!

Per brevità non ricorderò altri minori incrementi di spesa come quelli connessi alla L. 43/2005 e relativi all’adeguamento degli stipendi dei ricercatori non confermati. E’ necessario viceversa ricordare che la spesa per il trattamento accessorio del nostro personale tecnico e amministrativo è passata da 6,7 M€ nel 2003 a 8,8 M€ nel 2006 e che le tre tornate di progressioni orizzontali effettuate (più di 4000 negli anni 2000-2006) hanno inciso per 3,4 M€ quanto a incremento della spesa fissa. Ancora in relazione al nostro personale tecnico-amministrativo, la spesa per buoni pasto è passata da 1,3 M€ nel 2003 a circa 3 M€ nel 2006.

L’aumento del costo delle utenze ha ulteriormente e significativamente appesantito il quadro finanziario: le utenze (compreso il riscaldamento) sono passate da 8 M€ nel 2003 a 14 nel 2005 e, nello stesso periodo, le manutenzioni ordinarie e le pulizie sono passate da 13 a 20 M€. Accanto all’aumento delle tariffe, pesa in questo dato l’espansione di spazi che fortunatamente siamo riusciti a garantire all’ateneo. Per dare un’idea del peso, in termini di costo di gestione e di servizi, di ogni nuova realizzazione edilizia, basti pensare che le sole utenze del nuovo edificio di via Belmeloro (15 aule, 1800 posti) incideranno nel 2007 per non meno di 250.000 €. Entro qualche mese entrerà in funzione il primo grande edificio dell’Ingegneria al Lazzaretto e sarà una nuova grande spesa da assorbire.

Questa nostra Università di Bologna sarebbe stata capace di assimilare incrementi di spesa pur così imponenti se negli ultimi anni non fossero radicalmente cambiati – e poi inopinatamente consolidati -  gli orientamenti in tema di finanziamento delle università.

3. Gli ulteriori tagli alle risorse

Poco fa ho ricordato il mancato ripianamento, per quattro anni, dell’aumento annuale del personale docente e ricercatore; ma aggiungiamo:

-l’azzeramento, dell’operazione di riequilibrio, decisa dal Ministero, del FFO tra gli atenei (il finanziamento di UNIBO veniva stimato per 13,5 punti al di sotto di quello standard e il riequilibrio portava al bilancio 8-10 M€ ogni anno, pur non riuscendo a colmare la distanza)

-la riduzione della quota consolidata (si noti il gioco lessicale), che ha sottratto 3,4 M€ nel 2006 alla cifra su cui si era sicuri di poter far conto;

-la riduzione netta del FFO per l’università di Bologna pari a 5,7 M€ prevista come piede di partenza nel 2007;

-l’inconcepibile innovazione del prelievo del 20% dai capitoli della spesa per consumi intermedi (~ 10 M€ nel 2007 e 5 nel 2006);

-l’abolizione dei piani triennali di sviluppo dell’università (a UNIBO, nell’ultima versione 2004-6, 6,4 M€ consolidati e 1,1 M€ una tantum).


L’elenco è incompleto ma credo che sia già sufficiente per cogliere la drammatica divaricazione tra l’andamento naturale della spesa e delle risorse in ingresso.

Se poi si considerano alcune disposizioni della Legge Finanziaria 2007 si rimane dolorosamente colpiti: -20 M€ ai dottorati di ricerca, -12,5 % al Fondo Giovani, -15 M€ all’edilizia, ecc. Di fronte al Ministro Bersani, nel discorso inaugurale dell’Anno Accademico, dichiarai che UNIBO era sì consapevole di doversi adeguare alla due diligence del Ministro Padoa Schioppa, ma che gli interventi che si stavano preparando nella nuova Finanziaria, da una parte, e i tagli già introdotti nei nostri bilanci per far fronte alle riduzioni di risorse degli anni precedenti, dall’altra, stavano conducendo gli atenei sull’orlo dell’ingestibilità finanziaria.

4. Necessità di un confronto sui maggiori temi di prospettiva

Come sia poi andata è ben noto. Malgrado il sostegno del Min. Mussi, l’università è stato il comparto più colpito dalla Finanziaria: ricordiamo, per esempio, che dalla tassa dei consumi intermedi sono stati sollevati gli enti di ricerca ma non l’università, in coerenza con quell’affermazione disperante che abbiamo dovuto ascoltare in quegli stessi giorni: sì risorse alla ricerca ma non all’università. Pensate che nello stesso periodo di tempo giungeva la notizia del progetto di 100 nuove università in India.

Care Colleghe e cari Colleghi, su questa difficoltà storica che sta attraversando l’università in generale e sulla necessità, nonché sulla possibilità di un suo riscatto, vi manderò tra qualche giorno uno scritto con il quale desidero aprire un dibattito in ateneo. Vi invito a prendervi parte e a farlo usando le possibilità di dialogo, di confronto e di condivisione rese possibili dai nostri mezzi interni di comunicazione (il Magazine, innanzi tutto), per evitare di alimentare ulteriormente quest’immagine dell’università come un universo disgregato ed antropico, che dà luogo a una percezione sociale negativa generalizzata che non permette di distinguere tra ciò che funziona e ciò che non funziona, tra chi vuole innovare e chi vuole consolidare i privilegi.

5. Urgenza di misure strutturali per fronteggiare l’emergenza

Torno alla nostra situazione. E’ possibile mantenere in equilibrio il bilancio senza rinunciare ad immettere nuovi giovani nei nostri ruoli e senza sacrificare pesantemente la ricerca? Allo stato, senza cioè interventi dall’esterno (del governo, voglio dire) e coraggiose riforme interne, l’impresa è alquanto problematica. Basti pensare che le disponibilità create dal turn-over (cessazioni per raggiunti limiti d’età, cessazioni anticipate, trasferimenti ed altro), calcolati sia sulle cessazioni certe sia su quelle statisticamente probabili, non sono nemmeno sufficienti a compensare l’incremento del costo complessivo del personale in servizio (aumenti annuali, biennali e ricostruzioni di carriera).

Riferiamoci, per esempio, al caso del 2006. Le cessazioni per limiti d’età corrispondono a 24 punti, quelle per motivi imprevisti fino al 31/5 a 16 punti, quelle successive al 31/5 per gli stessi motivi a 33,6 punti: in totale 73,6 punti. Orbene, il solo aumento annuale di stipendio del 2006 corrisponde a 51 punti mentre quelli biennali e per ricostruzioni di carriera corrispondono a circa 23 punti, che in totale fanno 74 punti di budget.

Né, purtroppo, si può pensare che la situazione possa alleggerirsi granché negli anni prossimi, poiché il turn-over prevedibile con certezza sarà pari a 30,3 punti nel 2007, 26,4 nel 2008 e 26,3 nel 2009.

Per non arrenderci alle conseguenze di questi dati  e raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo, dobbiamo ricorrere a misure che incidano più in profondità sui i flussi finanziari dell’ateneo. Nelle linee guida immaginate in preparazione del bilancio di previsione 2007 le chiamammo misure strutturali. Attorno ad esse stiamo attualmente lavorando, distinguendo quegli interventi che potranno avere un effetto immediato già nel bilancio 2008 da quelli che potranno risultare efficaci soltanto in un secondo tempo. Ci muoviamo con l’obiettivo di garantire gli impegni già assunti (servizi fondamentali per gli studenti, pagamento di stipendi, conclusione di opere edilizie indispensabili), non arrestare l’investimento in ricerca, non bloccare l’immissione dei giovani ma, nello stesso tempo, salvaguardare la solidità del bilancio.

425 ricercatori immessi nei nostri ruoli in poco più di due anni, quasi 100 dei quali con risorse aggiuntive tratte dal bilancio, l’azione svolta in campo nazionale in difesa del ruolo, anzi la battaglia per la trasformazione del ruolo in terza fascia docente, tutto questo non consente di avere dubbi sul fatto che la questione dei giovani, in quanto posta nel cuore stesso del tema della ricerca, è stato assunto come orientamento principale dell’azione di UNIBO.

Tuttavia, non c’è buon amministratore che, per ricondurre ad un andamento stazionario la voce più pesante del bilancio e cioè quella del personale docente e ricercatore, non cercherebbe di individuare risorse aggiuntive nello stesso bilancio per eventuali controllate espansioni della spesa nei settori ritenuti strategici. Mostrare di preoccuparsi per i giovani senza conoscere i fatti e ripetendo, in maniera generica, che le risorse necessarie sono recuperabili, non aiuta né la causa dei giovani né quella dell’ateneo.

Non è il caso che io anticipi oggi l’elenco delle ipotesi che si sta analizzando, in quanto esse verranno proposte e discusse tra breve al nostro interno: ciò che è certo, tuttavia, è che su di esse si misurerà la volontà autentica di assumere su di noi i problemi dell’ateneo, senza abbandonarsi ai feticci retorici più scontati o tentare di riempire il tino vendemmiando soltanto nella vigna del vicino.

Io confido nell’impegno del Min. Mussi, confermato anche di recente, sulla necessità di riportare nel 2008 l’università e la ricerca scientifica al centro dell’attenzione del Governo, ma soprattutto sono fiducioso nella nostra capacità affrontare questi difficili problemi con serenità e spirito cooperativo.

Vi saluto con affetto


                                                     Pier Ugo Calzolari