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Un giorno senza camice per il sorriso dei più piccoli

Da studenti a clown e animatori, per restituire il sorriso ai bambini del reparto di pediatria del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi: è l'obiettivo di un'iniziativa ideata dal dott. Marco Ferri e promossa dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia
Camice e orsacchiotto Che il sorriso abbia un effetto terapeutico positivo è ormai risaputo: la carica espressiva e comunicativa di uno sguardo che ride non ha prezzo, perchè ride e, soprattutto, ti fa ridere.
Il sorriso si presenta come gesto sponaneo di felicità in tutti, soprattutto nei bambini, sin dalla nascita: i bambini sorridono alle ombre che sembrano papere, ai propri piedini, persino agli oggetti che una volta diventati adulti non si considerano più, per socializzare con l'universo delle cose che li circonda.

Detto così, il sorriso sembrerebbe essere l'espressione più diffusa al mondo, per lo meno sul viso dei "piccolini", ma non è sempre così. E non bisogna nemmeno andare tanto lontano per scoprirlo: basta entrare nel reparto pediatria di un qualsiasi ospedale. Se lì possiamo trovare una cura per mali gravi, dovremmo poter trovare anche una cura per il sorriso che non c'è più.

È proprio questo quello che si è proposto di fare un gruppo di studenti della Facoltà di  Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna. "Infettare col germe del sorriso" i reparti di pediatria del Policlinico Sant'Orsola. Mettersi in gioco, uscire fuori dai ruoli solitamente occupati nei reparti dell'ospedale: ecco cosa hanno fatto gli studenti del progetto "Un giorno senza camice...il sorriso di un bambino vale più di un 30 e lode".

L'iniziativa, ideata dal dott. Marco Ferri, che si occupa di tirocini e convenzioni presso la Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia, e da due studenti già impegnati in attività di clowneria, è partita lo scorso 13 marzo sotto la coordinazione degli uffici della Facoltà. E la partecipazione è stata alta, soprattutto da parte degli studenti dei primi tre anni di corso. Il gruppo che si è venuto a formare incontro dopo incontro, in un week-end di fine maggio, ha scelto di mettersi finalmente in gioco, di svestire i panni del dottore classico, per entrare in pieno contatto con i piccolo pazienti.

"La particolarità di questo evento - ha spiegato Johnatan, uno dei due allievi ideatori del progetto - è che hanno partecipato studenti pronti da una parte a diventare figure professionali qualificate, dall'altra ragazzi che hanno scelto di mettere in gioco se stessi".

L'iniziativa, recepita ottimamente dal dott. Lima, Direttore del reparto di Chirurgia Pediatrica dell'Ospedale Sant'Orsola, è stata caratterizzata da giochi di clowneria, lettura di favole, trucco dei bimbi e giochi di gruppo che hanno coinvolto anche le famiglie.

"L'esperienza - ha continuato Johnatan - è stata complementare: non è servita solo ai bambini per divertirsi, ma anche a noi per capire come si sta dall'altra parte, per entrare in discussione con noi stessi e con il nostro ruolo. Se dovessi dare un giudizio su quello che abbiamo vissuto, ne darei certamente un parere totalmente positivo".

Anche se il progetto si è ufficialmente chiuso con le giornate del 19 e del 20 maggio, il gruppo di medici del sorriso non si è affatti sciolto: alla base c'è la speranza di realizzare un percorso ancora più grande. "Sono in contatto con molte altre associazioni e gruppi di ragazzi che si occupano di questo tipo di iniziative. Molti ragazzi di Firenze si organizzano al di fuori del mondo accademico per iniziative di questo tipo. Il problema  è che non si riesce mai a raggiungere una risonanza a livello nazionale in quanto ogni gruppo si organizza da sè. Se ci fosse l'opportunità di far nascere una rete organizzativa a livello regionale, o meglio nazionale, di questo tipo di eventi - ha auspicato Johnatan - si otterrebbe una sensibilizzazione maggiore su una tematica ancora troppo poco trattata in  Italia, nonostante i continui segnali di bisogno e di richiesta di assistenza".