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Il Rettore sulla risoluzione approvata dalla Commissione VII della Camera

Pier Ugo Calzolari puntualizza quanto affermato nelle dichiarazioni rilasciate alle agenzie di stampa dall’onorevole Fabio Garagnani dopo la recente risoluzione della Commissione Cultura della Camera che riguarda l’università.
Calzolari

"La risoluzione, approvata  all'unanimità in mattinata (ndr. 27/07/2007) dalla Commissione Cultura della Camera, ha recepito ampiamente quanto da me affermato, in ciò d'accordo con il collega On. Enzo Raisi, sulla necessità non solo di avviare un'indagine approfondita del sistema universitario italiano (Bologna compresa), ma ha riconosciuto la gravità dei fatti accaduti anche e soprattutto nell'Ateneo di Bologna" aveva affermato l'on.Fabio Garagnani in una nota dopo l'approvazione della risoluzione a Montecitorio.

Fatti, proseguiva Garagnani, "che non debbono ovviamente coinvolgere tutta l'università e di tanti pur validi docenti; mi pare significativo che la commissione abbia sollecitato, come richiesto esplicitamente dal sottoscritto, il governo ad esercitare  i necessari controlli ministeriali ponendo in essere le funzioni ispettive sulla base anche di quanto avvenuto nella recente ispezione nell'università di Messina. Credo che l'odierna votazione – ha proseguito Garagnani - faccia giustizia di tutte le strumentalizzazioni contro il sottoscritto e l'onorevole Raisi e confermi che abbiamo svolto il nostro dovere di parlamentari, preoccupati unicamente del bene della nostra università e della collettività bolognese".
 
"Parrà strano – puntualizza Calzolarima il Rettore condividendo la sostanza della risoluzione approvata dalla Commissione VII della Camera, si trova d’accordo con l’On. Garagnani. La risoluzione ‘impegna il Governo a continuare ad esercitare, sulle presunte suddette irregolarità [si fa riferimento ai concorsi] ed ogni qual volta si manifesteranno analoghe situazioni, tutte le funzioni ispettive che l'ordinamento vigente consente nel rispetto dell'autonomia universitaria’. Basta riandare alla dichiarazione del Rettore di Bologna, rilasciata in seguito alla conferenza stampa degli On. Raisi e Garagnani tenutasi a Bologna il 21 aprile scorso, per prendere atto che l’Università di Bologna da sempre si è dichiarata favorevole ad interventi ispettivi del Ministero che avrebbero il vantaggio di mostrare a tutti, e rapidamente, la correttezza, in tema di concorsi, degli atti amministrativi di competenza dell’Amministrazione ma anche l’infondatezza delle accuse lanciate dagli On. Raisi e Garagnani su molti aspetti della gestione dell’Alma Mater.

L’On. Garagnani esulta. Buon per lui: ciascuno è libero di inventarsi i propri trionfi. In realtà l’equilibrata risoluzione della Commissione VII trasforma nella sostanza la proposta originaria dell’On. Garagnani. Egli aveva auspicato ‘una indagine parlamentare sul sistema universitario italiano’, ma la risoluzione non fa alcun cenno ad indagini parlamentari. Aveva additato, con riferimento a Bologna, ‘situazioni amministrative particolarmente pesanti’, ma la risoluzione ignora la questione.

Aveva richiesto, nel corso del dibattito in Commissione, misure contro il Rettore di Bologna, colpevole di non avere assunto provvedimenti disciplinari a carico dei professori di Medicina già ‘rinviati a giudizio’, ed è stato bacchettato dal SottoSegretario Modica e dal Presidente della Commissione Folena che gli hanno ricordato che, allo stato, non risulta che a Bologna qualcuno sia già stato rinviato a giudizio.

Su un particolare ha avuto successo: ha insistito affinché, in relazione alle indagini in corso sulle presunte irregolarità in alcuni concorsi, fosse mantenuto nel testo della risoluzione il riferimento alla Facoltà di Medicina dell’Università di Bologna. Era l’unica cosa che gli premeva per davvero, tanto da minacciare di non approvare il nuovo testo (naturalmente l’informazione è dedotta dal verbale della seduta della Commissione VII del 27/7) se quel riferimento fosse stato espunto, come viceversa era stato consigliato dal SottoSegretario Modica. In questa strategia di aggressione contro l’Alma Mater (sei interpellanze parlamentari in un anno, una risoluzione della Commissione, conferenze stampa, interventi a getto continuo sui quotidiani e nelle radio locali) quello che interessa è gettare discredito sull’Alma Mater e il suo Rettore, indipendentemente dalla fondatezza delle accuse.

Rimane inevasa una domanda: uno sforzo così massiccio e unico nel nostro Paese (in Europa la cosa sarebbe semplicemente impensabile) a che cosa punta realmente? Al ‘bene della nostra università e della collettività bolognese’, come viene scritto nell’odierno comunicato? Nec pueri credunt".