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Presentato un nuovo Centro di ricerca su lavoro e salute

Nasce dalla collaborazione di Inail e Università il Joint Research Laboratory  che ha lo scopo di condividere competenze e risorse per migliorare le condizioni di salute di chi lavora. A presentarlo questa mattina il Rettore Calzolari, il direttore generale di Inail Piero Giorgini, il coordinatore del progetto il prof. Francesco Saverio Violante e Giuseppe Monteraselli della Regione Emilia Romagna.
ricercatori

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità a causa di malattie da lavoro ogni anno nel mondo vengono persi circa 13 milioni di anni trascorsi in buona salute, oltre al fatto che 538.000 persone perdono la vita.

Inail e Alma Mater hanno deciso di unire le proprie competenze per dare vita a un programma congiunto di ricerca su queste tematiche, che rappresenta un precedente importante e strategico per il paese.

Già nel novembre del 2006 l’Ateneo aveva definito un accordo con la Direzione regionale dell’INAIL, l’ISPESL e la Regione per promuovere un programma comune di ricerca in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi questo programma prende la forma più strutturata di un vero e proprio laboratorio.

" Il progetto – ha annuciato stamane il Rettore – procederà con gradualità, ma sin da ora vedrà coinvolti una trentina di docenti e ricercatori dell’Alma Mater".  Un’equipe integrata, coordinata dal prof. Francesco Saverio Violante, che affronterà diversi temi di ricerca. "Le problematiche emergenti in questo campo– ha spiegato il prof. Violante – sono le patologie legate alla postura, quelle muscolo-scheletriche, ma anche certe forme di tumori. Il Centro oltre a portare avanti questi studi già avviati svilupperà anche un progetto molto innovativo che vede l’applicazione di tecniche diagnostiche basate sulla proteomica per il riconoscimento delle patologie da lavoro". La medicina del lavoro si può avvalere in modo specifico dell’applicazione di queste tecniche di indagine perché, ad esempio, per le malattie muscoloscheletriche (oggi la patologia da lavoro più diffusa) non sono in genere disponibili esami di laboratorio che confermino la diagnosi (posta per lo più sulla base di sintomi riferiti): adeguate tecniche d’indagine potrebbero infatti rivelare proteine modificate (o nuove) associate alle fasi di queste patologie. Tutti progetti di ricerca, come ha anticipato il prof. Violante, che sono stati definiti d’intesa con il prof. Giuseppe Cimaglia, Sovrintendente medico generale dell’Inail.

Da parte sua l’Inail, oltre a mettere a disposizione dati ed esperienza, investirà nel progetto 2 milioni di euro in tre anni. "Perché – ha aggiunto Piero Giorgini – è meglio prevenire che indennizzare. E il sistema della conoscenza dei rischi e delle patologie è un primo fattore di lotta all’infortunio ed è alla base delle politiche legate alla prevenzione".

Del sistema virtuoso che l’accordo tra Inail e Unibo può generare ha parlato anche Giuseppe Monteraselli della Direzione generale sanità e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, sottolineando come ciò potrà migliorare non solo la società civile in regione, ma potrà anche essere esteso ben oltre i confini regionali.